CUNEO - Nuovo ospedale, via alla resa dei conti: “Cuneo doveva dire subito no al partenariato”

Nel mirino delle opposizioni la sindaca: “Sottomessa al centrodestra in Regione”. Il Pd la difende e lei ribatte: “Si è perso troppo tempo e lo stiamo pagando”

Andrea Cascioli 25/09/2024 16:00

È il “giorno dopo” in quella che è a tutti gli effetti una fase 2 del progetto nuovo ospedale di Cuneo. E comincia in realtà il giorno stesso, a meno di mezzora e a qualche decina di metri dalla Prefettura, dove l’assessore regionale Federico Riboldi ha ufficialmente affossato l’ipotesi del partenariato.
 
In municipio, subito dopo, c’è una seduta di Consiglio comunale che viene in larga parte dedicata proprio alla discussione sulla fase 2: fuori la famiglia Dogliani, dunque, dentro l’Inail. Sul tavolo ci sono i 400 milioni che Riboldi ha chiesto e ottenuto dall’ente pubblico, con il placet del governo. Attorno i consiglieri cuneesi che si accapigliano, anche se poi il confronto si riduce a un battibecco tra sinistra “di lotta” e “di governo”. Neanche una voce si leva dal centrodestra - compreso Centro per Cuneo, che in Regione sostiene Cirio - per difendere le scelte ondivaghe di Torino. Segno di un certo sconcerto fra le file della coalizione.
 
 
Le opposizioni: “Bisognava puntare i piedi, come a Savigliano”
 
Ve l’avevamo detto, ripetono in coro gli oppositori del partenariato, a cominciare da Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Eravamo convinti dell’esito prima dell’intervento degli advisor, perché era chiaro che il meccanismo stesso del PPP non poteva essere funzionale all’ambito sanitario”. Bongiovanni ricorda di aver presentato una serie di calcoli a sostegno delle sue tesi, già un anno fa. E allora, aggiunge, “perché l'ex assessore Icardi è venuto qui a raccontarci che il PPP era la soluzione migliore? A chi dobbiamo chiedere conto del ritardo, perché non ci avete creduto?”. Il Comune ha le sue responsabilità, dicono le minoranze. Perché è vero - come ripetono fino a sgolarsi tra i banchi della maggioranza - che la competenza sanitaria è regionale, ma lo è altrettanto - ribattono le opposizioni - che farsi sentire è possibile: “Dovevate puntare i piedi come ha fatto Savigliano - osserva Bongiovanni - e Savigliano ha avuto subito il finanziamento l’Inail: se lo aveste fatto anche voi saremmo un po’ più avanti”.
 
“Se avesse detto che il PPP non lo vogliamo, la Regione non lo avrebbe fatto” insiste Giancarlo Boselli (Indipendenti), rivolgendosi alla sindaca e accusandola di “sottomissione” alla giunta regionale: “Lei non ha avuto la forza e l’autorevolezza per condizionare la Regione che hanno avuto altri sindaci, anche del suo partito. Nei tavoli cosa ha fatto, in questi anni? Ha preso atto di quello che le hanno detto. Ha accettato qualunque cosa, purché si facesse l’ospedale: sta di fatto che l’ospedale non lo hanno realizzato”.
 
Alcune cose sono certe per Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Primo, che sono passati sette anni. Secondo, che ne passeranno altri otto prima che questo ospedale possa essere realizzato. Un errore per la Regione Piemonte, ma anche per il comune di Cuneo che ne è sempre stato succube”. L’ex primario torna a contestare non solo il finanziamento, ma anche la scelta del Carle: “In questa città il discorso della sede non lo considera nessuno: è una ricchezza avere un ospedale vicino alla stazione, all’interno dei quartieri”. Per Luciana Toselli (CBC), il tema è come organizzarsi nei prossimi dieci anni sul Santa Croce: “Il vecchio ospedale viene ristrutturato gradualmente, ma non è assolutamente in regola. Come si stanno facendo i lavori antisismici al Carle devono essere fatti anche al Santa Croce o andiamo incontro a grossi problemi”.
 
 
Il Pd: “Toni ridicoli, noi da sempre contro le false dichiarazioni di Cirio”
 
Il Partito Democratico non ci sta a farsi mettere sotto senza reagire. Perciò la capogruppo Claudia Carli incomincia il suo intervento ringraziando proprio la sindaca: “L’unica cosa su cui sono d’accordo con Boselli è che tanto tempo è stato buttato via, passato a sentire grandi promesse e presentazioni in pompa magna, con cronoprogrammi sempre molto puntuali ma che purtroppo non hanno portato nessun passo concreto. Ora la campagna elettorale è finita”. Da qui, appunto, finiscono le affinità e cominciano le divergenze: “È falso e sbagliato dire che il Pd non ha mai combattuto contro le false dichiarazioni della giunta Cirio: per ben due volte siamo scesi in presidio davanti all’ospedale. Voglio rispedire ancora una volta al mittente le continue accuse, soprattutto nei confronti della sindaca. Ci sono toni a volte ridicoli dall’opposizione e toni istituzionali che utilizza il sindaco”.
 
Carli resta guardinga anche rispetto alla fase 2 dell’ospedale, anzitutto perché “l’Inail si fa carico solo delle spese di costruzione, restando esclusi sia i costi di progettazione sia arredi e macchinari”. E poi: “Questo annuncio non è supportato da alcun atto del governo regionale: ci vediamo costretti a considerarlo un’altra boutade priva di concretezza? Aspettiamo”. Da Luca Paschiero (Cuneo Civica) toni molto più felpati e una difesa della scelta di posizionare il nuovo ospedale a Confreria: “Con l’ultimo piano regolatore avevamo già individuato la destinazione, ma è stata la nostra unica indicazione”.
 
Anche la sindaca Patrizia Manassero richiama il percorso per arrivare a quella decisione: “C’è un lavoro che una comunità amministrativa ha fatto negli anni e nei mesi, arrivando all’approvazione di ben due documenti sulla conferma del luogo. Il Comune di Cuneo ha fatto un approfondimento sia nel piano regolatore che nelle due commissioni speciali, che hanno portato a un ragionamento condiviso o perlomeno approvato a maggioranza”. Per il resto, riconosce, “si è preso troppo tempo per valutare il partenariato e questo tempo lo stiamo pagando tutti noi, anche in termini di salute collettiva”. Quella arrivata dall’assessore, aggiunge la prima cittadina, “non è stata una bella risposta”. Anche perché “c’è stata una rincorsa a dare una risposta ufficiale, visto che era già sfuggita nei canali di stampa”. Ora però c’è un’opportunità per ripartire. Con quali tempi, ancora non si sa: “Non enfatizzo quel cronoprogramma: il 2032? Boh. Al momento non vuole ancora dire niente e non è una buona risposta per i cittadini cuneesi e del Cuneese. Di sicuro abbiamo un percorso di finanziamento che penso renda più tranquilli tutti noi”.

Notizie interessanti:

Vedi altro