Dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, dal Prosciutto di Parma al Raschera: sono solo alcuni dei prodotti di qualità del Made in Italy a tavola bocciati senza appello dall’etichetta a colori che sta avanzando in Europa, dal Nutriscore francese a quella a semaforo inglese. A denunciarlo è la Coldiretti che in occasione della XIX edizione del Forum Internazionale dell’Agroalimentare in programma a Roma dove è stata allestita la prima tavola delle eccellenze agroalimentari italiane che potrebbero sparire se dovessero affermarsi le nuove etichette a colori.
L’etichetta nutrizionale a colori boccia, peraltro ingiustamente, quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (DOP/IGP) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid. Si tratta di prodotti, soprattutto formaggi e salumi, che sono il frutto del lavoro di generazioni la cui ricetta non può essere cambiata.
L’Italia si sta muovendo con intelligenza per rafforzare ulteriormente una coalizione a supporto di un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese, supportata anche formalmente al momento da Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria.
“Ora la battaglia si sposta in Europa – afferma Roberto Moncalvo , Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare italiano proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri. Con questi sistemi fuorvianti si rischia di promuovere cibi spazzatura escludendo, paradossalmente, dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera che tiene conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizza sul singolo prodotto”.
“La Provincia di Cuneo – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – conta 11 produzioni a denominazione d’origine fra DOP e IGP, 18 DOC e DOCG: una grande biodiversità da continuare a valorizzare per evitare una indistinta omologazione”.