CUNEO - Oltre 210mila primi ingressi nelle stazioni sciistiche cuneesi

Cuneo Neve registra i dati del primo mese di apertura degli impianti: circa 40mila gli ingressi nelle piccole stazioni

10/01/2023 17:30

Archiviate le sfortunate stagioni caratterizzate dalle restrizioni legate alla pandemia Covid-19, il turismo invernale nelle vallate cuneesi riparte. Importanti investimenti, pianificati ed in gran parte realizzati, garantiti da partnership pubblico/private hanno assicurato l’apertura di buona parte delle stazioni sciistiche legate nel marchio ‘Cuneo Neve’: Artesina, Entracque, Frabosaski, Garessio, Limone Piemonte, Limone Maneggio, Lurisia Monte Pigna, MonvisoSki, Pian Munè, Pontechianale, Prato Nevoso, Rucaski, Sampeyre, Sangiacomo Cardini Ski e St. Gréé dall’8 dicembre sino all’8 gennaio hanno fatto registrare oltre 210 mila primi ingressi.
 
“Avevamo bisogno di conforto dopo stagioni negative - commenta il presidente di Cuneo Neve, Roberto Gosso -, grazie ad un proficuo piano di investimenti a 360° le presenze sono state buone in tutte le stazioni, circa 40.000 primi ingressi si sono registrati nelle piccole che senza le ultime migliorie sarebbero rimaste chiuse”. I risultati odierni, sottolineano i gestori, “sono frutto tangibile dell’indirizzo preso dalla Regione Piemonte nel 2017. Ai 15,5 milioni di euro riservati inizialmente se ne sono aggiunti altri 2,6 milioni nel 2021, al fine di completare tre ambiti di interventi: ammodernamento e potenziamento degli impianti di risalita; creazione di invasi e sistemi per l’innevamento programmato; potenziamento e rivitalizzazione del turismo montano sia invernale sia estivo”.
 
“Gli impianti di risalita rappresentano l’unico vero presidio per le comunità montane - dichiara Massimo Rulfi, vicepresidente di Arpiet Piemonte -, per mantenere i servizi essenziali occorrono i numeri e soprattutto i picchi di presenze che solo lo sci da discesa può garantire: senza questi numeri farmacie, banche, poste, panetterie, macellerie, negozi alimentari, affitta camere, bar ristoranti, alberghi e strutture ricettive in genere chiuderebbero e sarebbe impossibile conservare gli attuali livelli di popolazione con un rapido declino dei paesi e conseguente spopolamento. L’indotto diretto (scuole sci, noleggio attrezzature…) e indiretto (attività ricettive, di ristorazione e commerciali) ha goduto dell’atteso beneficio: nell’ultimo mese sono giunte nelle vallate importanti risorse economiche che garantiscono la sopravvivenza delle comunità stesse. La ricaduta degli investimenti regionali su tutto il territorio montano è evidente”.

c.s.

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