Le manovre speculative e gli squilibri nella filiera dal campo alla tavola mettono a rischio la tenuta di uno dei comparti più rappresentativi dell’agroalimentare Made in Cuneo, l’ortofrutticoltura, che vale oltre 400 milioni di euro. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo nel ricordare che, se in linea generale le quotazioni risultano interessanti, la stragrande maggioranza dell’ortofrutta cuneese è ceduta a conferimento e per i produttori sia la contestazione della qualità commerciale che la liquidazione avverranno molti mesi dopo la raccolta, senza contare che negli ultimi anni il pagamento a saldo delle partite è stato ulteriormente ritardato.
Ad esempio, per la frutta raccolta nel 2022 le liquidazioni ai produttori sono arrivate nella maggioranza dei casi fra la primavera e l’estate di quest’anno, anche se non sono rari i casi in cui i produttori sono ancora in attesa, e sono risultate così basse da non coprire neppure i costi di produzione. È accaduto per le susine, per le pere, per le mele, mentre le remunerazioni di pesche e albicocche hanno almeno coperto i costi assestandosi su valori comunque più bassi della media delle quotazioni di altre regioni italiane.
Si crea così una forbice esagerata tra il prezzo, ridotto ai minimi termini, riconosciuto agli agricoltori e il prezzo altissimo pagato dai consumatori, con pesche vendute sugli scaffali a non meno di 2 €/Kg, albicocche che non si trovano a meno di 3,50 €/Kg, susine a 3 €/Kg e oltre.
“Una situazione insostenibile che danneggia tanto i consumatori quanto gli agricoltori, prime vittime della speculazione. Infatti, essendo gli ultimi ad essere remunerati, gli ortofrutticoltori incassano le briciole, pagando tutte le inefficienze e gli errori di chi sta a valle della filiera. Tutto ciò si aggiunge ai cronici ritardi del Decreto Flussi per il reperimento della manodopera stagionale e ai ritardi nei rimborsi dei premi delle polizze per la gestione del rischio, ai sensi della Misura 17 del PSRN” evidenzia Enrico Nada, Presidente provinciale di Coldiretti Cuneo.
“Ribadiamo l’urgenza di dare piena applicazione al Decreto sulle pratiche commerciali sleali, strumento che abbiamo fortemente voluto per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera agricola e alimentare, difendere il potere contrattuale degli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive ed evitare, ad esempio, che il massiccio ricorso alle offerte promozionali venga poi scaricato sulle imprese agricole” conclude il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.