CUNEO - Ospedale di Cuneo, il Pd accusa la Regione: “Avete fatto solo annunci”

Davanti al Santa Croce i vertici dem esprimono dubbi sul partenariato. Cosa succederà nel dopo Azzan? Gribaudo: “Non serve un commissario, ma una dirigenza vera”

Andrea Cascioli 03/04/2023 16:41

Altro che “motivazioni personali”: le dimissioni dei vertici del Santa Croce e Carle sono il frutto della sfiducia verso la giunta regionale. Lo dicono a una sola voce i leader del Partito Democratico piemontese, riuniti per un sit in via Michele Coppino con i militanti del circolo cuneese.
 
I dem si uniscono quindi al già nutrito coro degli scettici, secondo cui dietro ai comunicati istituzionali dell’azienda ospedaliera si celerebbe uno scontro tra il direttore generale dimissionario Elide Azzan e la politica. Già da mesi, giura il candidato in pectore alla presidenza della Regione, Daniele Valle, si capiva che qualcosa non andava: “Questa tensione è esplosa perché i partenariati sono complicati e comportano responsabilità enormi per chi li sottoscrive”.
 
Già, il partenariato con i privati, per la costruzione del futuro ospedale unico a Confreria. Un tema su cui fino ad ora il Pd si è trincerato dietro al bon ton istituzionale: decida la Regione, noi non ne abbiamo il potere. Questa è tuttora la posizione della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, che però ammette: “Alla domanda diretta su cosa preferiremmo, rispondo: se ci fossero i soldi, sarebbe stato meglio farlo con i fondi pubblici”. “Quello che sappiamo - dice la deputata Chiara Gribaudo - è che questo ospedale era anche finanziato dall’articolo 20 della legge di bilancio. Dove sono finiti quei soldi?”. C’era anche una terza possibilità, quella che peraltro era sembrata la più accreditata prima che sorgesse all’orizzonte la proposta del gruppo Fininc: il finanziamento tramite l’Inail.
 
Chi alla costruzione del nuovo ospedale si oppone da sempre - i “benicomunisti” e gli indipendenti di Boselli, su tutti - ripete che l’opzione Inail è sempre stata un bluff. Ora ne sembrano convinti anche i dem: “La questione dell’Inail - tuona il neosegretario regionale del Pd Mimmo Rossi - è stata usata da Icardi fin da inizio legislatura come un mantra. Ma l’Inail non ha finanziato niente e sarà così fino a fine mandato. Immaginare di mettere sette o otto ospedali nel piano nazionale dell’Inail era una presa in giro”.
 
Ma alle aziende ospedaliere, si fa notare, mancano le competenze interne per gestire procedure complesse - e pericolose, dal punto di vista giudiziario - come quelle dei partenariati: “La nostra proposta - spiega Valle - è di centralizzare i partenariati in capo a una struttura dedicata della Regione. Fare il PPP in fretta perché c’è urgenza di vendere un risultato ai giornali ha portato a un’inconciliabilità di posizioni tra l’azienda ospedaliera e l’assessorato: non è la prima volta che succede”. Altro punto su cui tutti concordano è che non si tratti (solo) di una questione cuneese: “Quanto accaduto è un fatto assolutamente straordinario: non ricordo due dimissioni di vertici della stessa ASO, che fanno seguito a quella del direttore di Asti. Significa che qualcosa non sta funzionando” assicura l’albese Maurizio Marello. Stessa idea quella del collega a palazzo Lascaris Raffaele Gallo: “Quello che sta succedendo a Cuneo certifica ciò che diciamo da anni: in questo mandato non si farà nessun ospedale, c’è solo tanta confusione e tanti annunci sui giornali”. “Per il secondo anno consecutivo - aggiunge Rossi - il saldo delle assunzioni è negativo, a meno mille: gli operatori sanitari stanno andando nel privato, appena possono scappano”.
 
Ora però c’è da fare i conti con il dopo Azzan. Altra grossa incognita, dal momento che l’unico nome finora circolato - quello del direttore dell’Asl Cn1 Giuseppe Guerra - è stato bruciato proprio dall’assessore Luigi Icardi: ha già abbastanza di cui preoccuparsi, dice. Il Pd, dal canto suo, oppone per voce di Chiara Gribaudo un secco no all’ipotesi del commissariamento: “Non serve un commissario, abbiamo bisogno di una dirigenza che possa lavorare sia sull’ordinario che sullo straordinario”. Partenariato incluso.

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