Ristagno d’acqua nelle vasche di cemento (con possibile proliferazione di larve di zanzare), panchine in legno grezzo - non trattato - che iniziano a scheggiarsi, un buon numero di alberi da frutto ammalati e “alcune aree a prato un po’ spelacchiate, anche se fortunatamente ci sta pensando la natura”: è l’elenco delle magagne di parco Parri a due anni e un mese dall’inaugurazione. Almeno secondo il consigliere Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia, che le ha enumerate in un’interpellanza.
Tutto ciò, specifica, nulla toglie alla bontà del progetto, rivendicata almeno da una parte dell’opposizione: “L’idea di costruire il parco Parri è stata ottima. Soprattutto quando si è deciso di ascoltare la voce dei cittadini e si è lasciata da parte l’ipotesi di destinare metà dell’area a spazio fiere, come era previsto in origine”. I dubbi sono tutti sulla realizzazione del cantiere, all’epoca il più grande in Italia per un’area verde: “L’accelerazione finale dei lavori imposta all’impresa, pare per correre in aiuto alla campagna elettorale in corso, ha fatto in modo che si concludessero frettolosamente. Poi si è dovuti correre ai ripari per sopperire ad allagamenti, sostituire tubazioni rotte, rimettere in sesto la pavimentazione dei campi da basket”.
Per Beppe Lauria (Indipendenza!), il giudizio è assai più lapidario. “Il consigliere Bongiovanni è troppo elegante: quel parco fa c…” sentenzia il portabandiera della destra sociale: “Poteva essere un parco verde, alla stessa stregua della Montagnola, invece è stato una via di mezzo: ad un costo straordinariamente alto. I problemi idraulici sono emersi il mese dopo e la manutenzione è all’interno del costo sostenuto, già di per sé incredibile, peccato che non la facciano come dovrebbe essere fatta”. A tutto ciò si aggiungono i problemi del laghetto (“lo avevamo detto due anni fa”) e quelli, ascrivibili invece alla “fauna umana”, della zona verso San Rocco (“è uno degli spazi dove si è spostato lo spaccio della droga”). Dissente del tutto la capogruppo di Cuneo Solidale Democratica Stefania D’Ulisse: “Vedo il parco Parri ed è molto vissuto, è una meraviglia. Ci sono un sacco di ragazzi che vengono a giocare a basket, arrivano anche da Carmagnola”.
“È un parco ‘bambino’, in cui gli alberi ancora non sono cresciuti come dovrebbero” ricorda la consigliera:
“Si può dire che forse è troppo assolato, ma d’inverno fa molto piacere fare due passi in zona”. Un assist involontario a Bongiovanni, lesto a collegare il tema
alla nuova piazza Europa:
“È venuto fuori che è assolato e ci vuole del tempo: quindi ci vorrà del tempo pure in piazza Europa, mentre c’è la possibilità di riqualificarla senza renderla assolata”. Come? Salvando i cedri, è il suggerimento implicito.
“Si capiva già dall’inizio che il problema era di gestione, in uno spazio con quell’ampiezza e con il poco personale che ha il Comune” interviene
Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), rivolgendosi alla D’Ulisse:
“Lo sa che se fosse stato per la maggioranza il parco Parri non sarebbe mai esistito? La teoria di Borgna era di fare un mercato con strutture fisse. Come in parte è ancora adesso per il nuovo progetto della caserma Montezemolo”.
Schermaglie politiche a parte, la notizia è che anche l’amministrazione è insoddisfatta della manutenzione, affidata per i primi quattro anni alla ditta che ha effettuato i lavori: “La manutenzione rientrava nelle offerte migliorative” fa presente l’assessore al Verde pubblico Gianfranco Demichelis. “Non nego che si riscontrino e si siamo riscontrate difficoltà, - sottolinea - non ultimo il mancato tempestivo taglio dell’erba: è la ditta che è tenuta ad intervenire, con loro abbiamo intrapreso un percorso bonario di sollecitazioni per richiedere interventi più efficaci”. C’è anche, però, un’“allerta” all’ufficio legale del municipio “per valutare eventuali azioni a tutela dell’ente, qualora in futuro si verificassero ulteriori mancanze rispetto a quanto previsto dal contratto”. I manutentori sono avvisati, insomma: “Il taglio dell’erba è indicato con un minimo di quattro tagli all’anno per le aree estensive, fino a dieci per le aree intensive. Le potature delle piante sono a cadenza annuale”.
Non tutti i problemi, però, sono imputabili alle carenze di manutenzione: “Le vasche sono state create per un ricircolo quasi naturale, con una corrente lenta. Questa caratteristica soprattutto nei periodi più caldi può portare al proliferare di alghe, ma gli eventi atmosferici sono sempre più anomali, come i forti temporali. C’è anche la riscontrata incuria di alcune persone: spesso troviamo rifiuti buttati all’interno delle vasche”. Quanto al resto, serve un po’ di pazienza: “Diamo tempo al bambino di crescere: oggi non si può paragonare parco Parri al parco della Resistenza”.