Pedaggio sospeso, o quantomeno ridotto, lungo il tratto della Torino-Savona interessato dai cantieri, quello tra Mondovì e la città ligure. Lo chiedono da tempo gli utenti, lo hanno chiesto nelle ultime settimane anche diverse forze politiche, sia in Piemonte che in Liguria. Tra lunghi tratti ad una sola corsia, scambi di carreggiata e chiusure, percorrere la A6 è diventato negli ultimi anni un vero e proprio percorso a ostacoli. La causa: i cantieri, senz’altro necessari per la sicurezza di chi viaggia (i principali riguardano l’adeguamento sismico dei viadotti), ma che stanno avendo pesanti ripercussioni sulla percorribilità dell’autostrada.
Per farsi un’idea dell’impatto, basta servirsi di Google Maps: per quanto riguarda il tratto tra Mondovì e Savona, i tempi di percorrenza su autostrada e su viabilità “normale” variano di appena 15-20 minuti, a fronte di un pedaggio dai 6 euro in su lungo la A6.
Le richieste della politica
Il tema, come detto, è diventato negli ultimi mesi oggetto di dibattito politico. Nei giorni scorsi il Consiglio regionale della Liguria ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il presidente Marco Bucci e la sua Giunta a chiedere ai concessionari autostradali l'esenzione dei pedaggi nei tratti delle autostrade liguri interessati dai cantieri: tra queste, ovviamente, anche la Torino-Savona. Il documento, inizialmente presentato dal consigliere del Partito Democratico Roberto Arboscello con riferimento ai cantieri autostradali presenti proprio sulla A6, su proposta della consigliera Lilli Lauro (FdI) con la condivisione del presidente Bucci, è poi stato esteso ai cantieri autostradali dell'intera rete autostradale ligure gestiti da tutti i concessionari.
"È giunto il momento far sentire la nostra voce - ha commentato Bucci -. L'obiettivo non è pagare di meno le autostrade, è dare il messaggio ai concessionari che le autostrade devono funzionare, se il sistema non funziona non è giusto chiedere il pedaggio intero”. L'ordine del giorno impegna Bucci e la sua Giunta "ad attivarsi presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e presso il concessionari del tratto autostradale e a mettere in campo ogni iniziativa al fine di garantire agli utenti dei tratti autostradali interessati dai cantieri in Liguria l'esenzione dal pagamento del pedaggio come forma di risarcimento per i quotidiani e perduranti disagi che i cantieri in questione comportano”.
Le istanze dalla Granda
Anche la politica della provincia di Cuneo, però, non è rimasta a guardare. La Federazione Provinciale di Fratelli d’Italia ha infatti promosso la presentazione nei Consigli comunali, in quello provinciale e nell’assemblea regionale di un Ordine del giorno per richiedere la sospensione temporanea dei pedaggi sul tratto dell’A6 interessato dai lavori di manutenzione. “La decisione di proporre il documento nelle assemblee comunali, provinciale e regionale vuole essere un forte segnale dato da Fratelli d’Italia che si vuole fare interprete delle istanze di cittadini e imprese danneggiati da questi ritardi”, ha spiegato il presidente provinciale William Casoni.
Medesima richiesta da parte del gruppo "Patto Civico per la Granda”, che a tal proposito ha presentato un Ordine del giorno in Consiglio provinciale: i disagi - si legge nel comunicato stampa diffuso dal gruppo - hanno "negative conseguenze per molteplici settori dell'economia della Granda, oltreché per i tanti pendolari e viaggiatori che ogni giorno vi transitano. Pur riconoscendo l’importanza e l’assoluta necessità di mantenere in sicurezza tale tratto di autostrada, occorre evidenziare che tale situazione genera ormai da un tempo considerevole enormi disagi alla circolazione, che rendono estremamente gravosa la percorrenza di tale arteria autostradale, derivandone il riversarsi del traffico (leggero e pesante) sulle alternative strade statali e provinciali. Risulta, quindi, evidente che sia necessario individuare soluzioni che attenuino i disagi causati al nostro territorio ed ai cittadini dalla compresenza di numerosi interventi manutentivi molto invasivi”. "Siamo convinti - hanno commentato i consiglieri provinciali Pietro Danna, Silvano Dovetta, Vincenzo Pellegrino e Ivana Casale - che dal Consiglio provinciale, e grazie all'impegno che senza dubbio il presidente Robaldo potrà mettere in campo, possa nascere una valida iniziativa che coinvolga vari attori istituzionali e politici al fine di sensibilizzare il concessionario della A6 in merito al fatto che la situazione è diventata insostenibile, specie con riferimento al tratto Mondovì-Savona”.
Il tema è anche diventato terreno di scontro politico. Le iniziative di Fratelli d’Italia e Patto Civico hanno infatti attirato dure critiche da parte della segreteria provinciale del Partito Democratico, intervenuta a propria volta con un comunicato stampa: “Mentre Fratelli d’Italia e i loro alleati tentano di scaricare le responsabilità sul concessionario autostradale, non possono nascondere il fatto che la gestione delle infrastrutture e la supervisione dei lavori dipendano direttamente dal Ministero dei Trasporti da loro sostenuto. Inoltre, a livello regionale, la Giunta piemontese non ha mai mostrato la volontà politica di affrontare concretamente il problema, preferendo limitarsi a comunicati e ordini del giorno senza alcuna reale incidenza. Le richieste avanzate dai rappresentanti di Fratelli d’Italia e dai consiglieri di Patto Civico per la Granda, sono quindi a ben vedere un’ammissione di colpa. Dopo tanti disagi, aggravati da cantieri mal gestiti e ritardi cronici, la loro unica soluzione sembra essere un vago appello al concessionario per ‘ridurre i disagi’ e abbassare i pedaggi, ignorando che questi cantieri derivano da anni di mancati investimenti e scarsa pianificazione, di cui sono corresponsabili. È imbarazzante constatare che questi stessi attori politici abbiano ignorato la situazione fino a quando il malcontento non è esploso tra i cittadini e le imprese del territorio. Invece di fare propaganda avrebbero potuto utilizzare gli strumenti di governo che hanno a disposizione per garantire interventi più rapidi e una reale riduzione dei disagi. Perché il governo regionale e nazionale non si sono attivati in tempi utili per monitorare e velocizzare i cantieri? Perché non sono state previste misure compensative per i cittadini e le imprese, come l’esenzione automatica dei pedaggi durante i periodi di maggior disagio? Perché si continua a parlare di ‘sensibilizzare il concessionario’ senza mettere in campo interventi strutturali e coercitivi, come dovrebbe fare una politica realmente responsabile?”.
Il concessionario: “Definizione dei pedaggi non è nei nostri compiti”
Tirata per la giacca sia dalla Liguria che dal Piemonte, la società Autostrada dei Fiori, che gestisce la tratta, è intervenuta in una nota facendo il punto della situazione e replicando alle richieste delle ultime settimane. “Cogliamo l’occasione - scrivono dalla società del Gruppo ASTM - per ricordare che non rientra nei nostri compiti la definizione o modifica del pedaggio. Ogni determinazione tariffaria è, infatti, il risultato del recepimento di indicazioni del Ministero competente, che determina il valore delle tariffe in modo da permettere alla concessionaria di ammortizzare gli investimenti realizzati e verificati dal concedente, in conformità alle normative. Il concessionario esegue tutti gli interventi previsti in conformità ai contratti stipulati con il Mit e, in caso di mancata esecuzione, potrebbe risultare inadempiente nei confronti del proprio concedente”.
Gli interventi in atto, spiegano da Autofiori, sono dovuti anche all’obsolescenza della Torino-Savona: “La tratta è una delle arterie autostradali nazionali più datate, la cui costruzione risale, nella parte storica, agli anni '60, ed è gestita da AdF solo dal 2013. I cantieri attualmente presenti sono il risultato dell'attenzione costante che, da sempre, la concessionaria riserva alla manutenzione e sicurezza delle infrastrutture gestite in conformità e nel rispetto delle nuove e sempre più stringenti normative nazionali ed europee riguardanti viadotti, con il recepimento delle linee guida ponti, e gallerie, con il recepimento delle linee guida gallerie e adeguamento di quelle di sviluppo superiore ai 500 metri alla direttiva comunitaria. La pianificazione dei cantieri segue un cronoprogramma condiviso puntualmente con il Ministero concedente e gli enti preposti a livello nazionale e locale. AdF si impegna quotidianamente nel mettere in atto tutte le misure gestionali possibili per limitare le turbative al traffico e, con esse, i possibili disagi per gli utenti”.
Ora, dal punto di vista dei disagi per l’utenza, si sta attraversando il momento più critico. Prosegue la nota: “Per una concomitanza di scadenze realizzative imposte dalle normative Linee Guida viadotti e gallerie, il piano di ammodernamento è nella fase di maggiore intensità. Già dalla seconda metà dell'anno vedremo una progressiva riduzione delle cantierizzazioni con l'esecuzione di lavori che risulterà progressivamente meno invasiva. Inoltre si evidenzia che, a causa del territorio orograficamente complesso, lungo la tratta insistono ben 210 viadotti e 52 gallerie, che per il mantenimento in efficienza richiedono interventi manutentivi frequenti. Da quando Autofiori gestisce la tratta, sono stati completati interventi di ammodernamento di 35 via- dotti e di 6 delle 7 gallerie di sviluppo superiore a 500 metri. Sono ora in corso interventi di ammodernamento su 30 viadotti e sull'ultima galleria di sviluppo superiore a 500 metri”. “Per lo sviluppo e l'innalzamento dei livelli di sicurezza, Autofiori ha speso, dal 2013 al 31 dicembre 2024, complessivamente circa un miliardo di euro per investimenti sull'infrastruttura e manutenzione ordinaria. Per lo svolgimento del piano di ammodernamento, impiega nei cantieri complessivamente 300 addetti tra proprio personale, maestranze e personale tecnico”.
Autofiori, insomma, respinge al mittente le richieste di sospensione o riduzione dei pedaggi. Rivolgersi al Ministero.