Il pass vaccinale salva il turismo in Italia che ha già subito un buco di circa 53 miliardi nel 2020 per l’emergenza Covid con 1/3 delle perdite che hanno colpito i consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie e agriturismi, ma anche per l’acquisto di cibo di strada e souvenir delle vacanze. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isnart-Unioncamere in occasione dell’intervento del premier Mario Draghi rispetto all’entrata in vigore, dal 15 maggio, del pass verde nazionale per favorire il turismo. Oltretutto, 1/3 della spesa per le vacanze in Italia è destinato alla tavola e con l’arrivo del pass vaccinale per i turisti occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione, anche per l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riduzione del numero di contagi.
“Attualmente – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale - pesa anche il limite fissato del coprifuoco alle 22 per tutti, sia nelle città che nelle campagne e nelle località turistiche. Gli effetti delle difficoltà che stanno subendo le attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla carne, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.
Il cibo batte l’alloggio ed è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia per un importo complessivo stimato prima dell’emergenza Covid in oltre 30 miliardi all’anno tra ristoranti, pizzerie o agriturismo, spese per l’acquisto di alimenti nelle abitazioni private o di souvenir del gusto da riportare a casa. Il cibo rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio in Italia che è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica.
“Senza turismo – continuano Moncalvo e Rivarossa – sono a rischio i tesori alimentari tradizionali dei nostri borghi, custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sull’intera economia dei territori. Un patrimonio da salvare che non ha solo un valore economico, ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani”.