Riceviamo e pubblichiamo.
L’investimento complessivo di quasi un miliardo e 300 milioni di euro per la realizzazione di sei nuovi ospedali a Torino, Ivrea, Vercelli, Savigliano, Alessandria e Cuneo, è per tutti gli operatori sanitari della regione una buona notizia perché da anni molti di noi lavorano in strutture obsolete, con poche possibilità di ampliamento e chiari limiti strutturali, che la recente pandemia ha drammaticamente evidenziato. Tuttavia, le passate esperienze e le quotidiane testimonianze di chi lavora in strutture più recenti ci suggeriscono l’urgente richiesta di un coinvolgimento degli stessi operatori sanitari ai Tavoli in cui si studiano e progettano questi nuovi ospedali. Perché abbiamo ben chiari i quotidiani disagi legati a spazi mal pensati, servizi mal collegati e aree necessarie ma inesistenti. Perché sappiamo quali difficoltà vivono i pazienti, quali sono le loro richieste. Perché se le scelte architettoniche sono a favore del lavoratore, si lavora meglio.
Per esempio, pensiamo che in un nuovo ospedale, sia indispensabile prevedere:
- Che gli spazi sotterranei siano adibiti prevalentemente a parcheggi o magazzini. È disumano che le sale visita o diagnostiche siano sotterranee, sia per i pazienti che per chi ci deve lavorare, oltre 8 ore tutti i giorni in ambienti con scarsa aerazione e illuminazione artificiale per tutto il giorno.
- Asili nidi aziendali in tutte le nuove strutture.
- Postazione PC per tutti i dirigenti medici in spazi adeguati agli organici dei vari reparti.
- Parcheggi adeguati al numero dei dipendenti sanitari e per l’utenza attesa.
- La radiologia al piano del Pronto Soccorso e ad esso contigua. È rischioso attendere l’ascensore o percorrere lunghe distanze con pazienti instabili che devono fare accertamenti diagnostici urgenti.
- Locali adeguatamente illuminati, areati, con possibilità di isolare pazienti.
- Camere condizionate, dotate delle nuove tecnologie di purificazione dell’aria, per ridurre al minimo il rischio di infezioni aeree nosocomiali.
- Camere con non oltre i due letti.
- Spogliatoi adeguati, mensa in posizione strategica per ridurre le distanze dai vari reparti, e certamente molto altro che nelle discussioni potrà emergere.
Per non dimenticare elementi chiave, che in molti casi solo chi opera in prima linea, direttamente coinvolto, può evidenziare o segnalare, chiediamo quindi che un componente delle OOSS aziendali, in ogni realtà interessata dalle nuove costruzioni, partecipi alla progettazione dei nuovi nosocomi piemontesi.
Dott.ssa Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte
Dott. Marco Romanelli
Segretario Aziendale Anaao Assomed AOU Città della Salute e della Scienza di Torino