“Per lo Stato siamo invisibili, nonostante il nostro contributo alla lotta contro il Coronavirus: è arrivato il momento di veder riconosciuti i nostri sforzi”.
A parlare è Rosaria Di Cristo, operaia pulitrice Markas presso l’ospedale di Santa Croce e Carle di Cuneo che stamattina, venerdì 13 novembre, ha manifestato insieme ad altre decine di colleghi davanti alla Prefettura per chiedere il rinnovo del contratto nazionale multiservizi, fermo oramai da 7 anni e mezzo.
La donna lavora ogni giorno nel reparto Covid allestito presso la struttura di Confreria, ma i riconoscimenti da parte dello stato latitano. “Abbiamo fatto dei corsi sulla vestizione e su come prevenire il contagio e abbiamo avuto delle ore in più, la ditta ci è stata vicino - spiega la donna -, ma il coronavirus non si ferma e noi dobbiamo continuare a lavorare”.
Nelle strutture sanitarie, oltre al personale delle pulizie, il contratto è applicato anche al personale amministrativo che effettua le prenotazioni, alla logistica e al 112 di Saluzzo. “Oltre a Markas e Amos, in provincia esercitano la loro attività anche Elior e CoopLat”, osserva Ivan Infante segretario territoriale Filcams-Cgil.
“Manca un numero preciso delle le persone impiegate con questo tipo di accordo - puntualizza Fabio Bove, rappresentante della Uiltucs-Uil -, ma in base ai dati in nostro possesso stimiamo che il numero sia compreso tra le 8 mila e le 10 mila unità”.
Oltre alla Sanità pubblica, i settori in cui viene impiegato questo tipo di contratto sono molteplici: RSA per anziani, logistica, pulizie negli istituti bancari e nelle grandi aziende. “In provincia di Cuneo - continua Bove - le aziende principali dove sono impiegate molte persone sono la Ferrero di Alba, Itt di Barge e la Michelin di Cuneo”.
In attesa del rinnovo del contratto nazionale c’è chi si muove in autonomia con le aziende datoriali per ottenere dei miglioramenti. Proprio presso la Michelin di Ronchi i lavoratori con contratto multiservizi sono 96, impiegati in outsourcing presso la Rekeep Spa, società con sede a Zola Predosa (Bo) e che conta un totale di 17 mila dipendenti.
“Fino a poco tempo fa le condizioni erano pessime - commenta Erisildo Kurti, lavoratore e rappresentante sindacale Uiltucs-Uil - Stiamo cercando di fare un accordo integrativo con l’azienda che vada ad aggiungere la mensa per il full time”.
Il presidio di stamane, organizzato unitariamente dalle segreterie di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, si è svolto a un mese di distanza dal precedente. “Il negoziato avviato a giugno già registrava delle distanze rispetto alle richieste dei Sindacati in termini di flessibilità, diritti e costi - afferma Alessandro Lotti (Fisascat-Cisl) -. La disponibilità ad arrivare alla sottoscrizione del rinnovo del contratto da parte delle associazioni datoriali si è dimostrata labile: sono state solo parole, a cui non sono seguiti i fatti”.
In seguito al sit in una delegazione sindacale è stata ricevuta dal Prefetto di Cuneo Fabrizia Triolo. I rappresentanti dei lavoratori hanno consegnato una lettera all’autorità provinciale e l’hanno invitata a farsi portavoce delle loro istanze presso il Governo.