RSA piemontesi facciamoci due domande
Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato degli infermieri Nursind.
Nelle 750 Rsa del Piemonte più di 1 su 3, tra ospiti e personale sanitario, è risultato positivo al Covid-19. I morti accertati per il virus sono già 252 e il dato risulta decisamente sottostimato se si tiene conto che si tratta dei decessi al 31 marzo e che tiene conto solo del 70% delle Rsa piemontesi. Inoltre molti deceduti non sono stati sottoposti al test, quindi dati parziali. Quel che è certo è che nel primo trimestre 2019 i morti nelle strutture finora prese in esame erano stati 2.471, mentre nel primo trimestre di quest'anno sono stati 2.882 con un incremento di 411 unità.
Tutto questo è emerso durante la conferenza stampa dell'Unità di crisi convocata in videoconferenza proprio per fare il punto sulla situazione nelle Rsa e case di riposo della regione. All’Incontro erano presenti i due assessori, Chiara Caucino (Welfare) e Luigi Icardi (Sanità), il dirigente dell’Asl Edoardo Tegani e Antonio Rinaudo, ex pm chiamato a sovrintendere l’area giurica della macchina operativa.
Tanti sono morti per la letalità del virus ma molti ci hanno lasciati per la mancata assistenza quella di cui voi e vostri precedessori avevate la responsabilità di dover garantire. Avete chiuso ospedali, strutture, servizi, accorpato Asl e interi dipartimenti, oltre ad aver operato tagli sempre più consistenti sul personale subappaltando alle cooperative il personale per risparmiare. Avete tagliato migliaia di posti letto senza nessun potenziamento sul territorio e a domicilio, creando un sistema che andava in difficoltà già con una semplice influenza come abbiamo potuto assistere negli anni precedenti.
Noi, su questo non abbiamo risparmiato critiche negli anni a nessuno e non ci siamo risparmiati nel denunciarlo continuamente, qualunque fosse il colore di chi governava ma a seconda di chi c’era, queste erano "polemiche sterili”. Quanto alle condizioni delle RSA, solo un cieco poteva ignorarle, personale con il contagocce e sottopagato. Lo abbiamo denunciato più volte pubblicamente anche a livello Nazionale come Nursind.
Il 7 aprile l’Unità di Crisi ha predisposto una circolare straordinaria per far fronte alle carenze riscontrate nelle strutture residenziali socio-sanitarie. Le Asl del Piemonte dicono che hanno così incrementato l’assistenza infermieristica domiciliare, per i prossimi quattro mesi, in misura minima di almeno un operatore ogni 20 mila abitanti ma con quale personale?
In data 8 aprile il personale dell’ospedale di Bra è stato mandato a coprire i turni dell Rsa di Govone e da 14 di aprile invece si chiedeT al personale infermieristico del territoriale della Cn1 di supportare il personale delle Rsa esempio di Mondovi la Sacra Famiglia tutto ciò ci pare assurdo e questo sarebbe il Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei servizi socio sanitari ed assistenziali.
Il segretario territoriale Nursind
Canetti Davide