Ricorso, giudici amministrativi, danno erariale. Sembra il dibattito su Tettoia Vinaj e invece no: è quello sui cedri di piazza Europa. Dove le carte bollate e i tribunali non sono ancora entrati (sebbene ci sia stato sì un ricorso, respinto dal Tar, sull’eliminazione della stradina), ma potrebbero arrivare.
Il perché lo spiega Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), illustrando in consiglio comunale l’ordine del giorno presentato dalle minoranze - e respinto a maggioranza - dove si chiedeva una “valutazione fitostatica” sullo stato di salute delle piante. C’è un precedente legale a Pont Canavese, risalente al 2020, quando il sindaco aveva ordinato l’abbattimento di un abete rosso di 29 metri per motivi di sicurezza, in accordo con la Forestale. Il Tar gli ha dato ragione, il Consiglio di Stato no. Questo perché l’abbattimento, scrivono i giudici, deve essere motivato da un “pericolo attuale” e accertato con “riscontri di carattere strumentale”. Le opposizioni traducono il tutto in una massima: non si possono abbattere alberi sani.
Le minoranze: abbattere gli alberi costa (anche all’economia)
“La battaglia per i dieci cedri va ben oltre la difesa dei cedri, indica una direzione che si vuole prendere per il futuro della città e dei nostri figli” sostiene Paolo Armellini (Indipendenti), che attacca i colleghi di maggioranza: “Soffrite di anemia ambientale: vi consiglio una trasfusione di ‘globuli verdi’”. Si menziona il rapporto sull’ecosistema urbano di Legambiente, che vede Cuneo al 33esimo posto tra i capoluoghi: “Un dato migliore di altre città, ma peggiore se paragonato agli ultimi tre anni, come per l’acqua e i rifiuti: nel 2022 eravamo 16esimi, nel 2021 14esimi, nel 2020 15esimi. Siamo al 57esimo posto per la qualità dell’aria e non siamo a Milano o a Torino, siamo a Cuneo”. “Al momento non abbiamo nessun dato scientifico che dimostri la pericolosità degli alberi e la necessità del loro abbattimento” ricorda Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), fornendo numeri che, sostiene, dimostrano addirittura un possibile danno economico dall’abbattimento: “Il valore ornamentale ed ecosistemico è calcolabile. I danni ornamentali dell’abbattimento dei dieci cedri assommano a 223mila euro l’anno, mentre i danni ecosistemici sono valutabili in 145mila euro: per un totale di 368mila l’anno”. Poi c’è il tema ambientale: “È dimostrato che una quercia di 80 anni, alta un po’ più dei nostri cedri, richiede per la sua sostituzione nelle funzioni ecosistemiche 3068 nuovi alberelli, oppure 35 alberi alti 15 metri. Ipotesi che ovviamente non è realizzabile perché non si possono piantare alberi di 15 metri”.
“Gli alberi li volete buttare giù perché dovete spendere soldi per fare dei lavori, quindi voi non entrate nel merito della questione ambientale” dice Giancarlo Boselli (Indipendenti). Mavy Civallero (SiAmo Cuneo) replica alla maggioranza: “Noi saremo tuttologi ma voi siete indovini, sapete che tra dieci o quindici anni questi alberi cadranno. Per il momento, non vedo perché dobbiamo buttare giù alberi sani e spendere soldi per piantarne altri”. Da Franco Civallero di Forza Italia un rinnovato monito: “Prima che gli operai arrivino con le motoseghe faremo di tutto. Quei cedri non devono andare giù, sarebbe dare adito a una vendetta”. Chi una perizia annuncia, a sorpresa, di averla già fatta eseguire è Beppe Lauria (Indipendenza!): “Oggi esce fuori la verità, gli alberi sono ‘incompatibili’: il problema non è che crollino, ma avete immaginato una piazza diversa. Se la volontà dell’amministrazione è rivedere quella piazza, la cosa preliminare è quella che vi abbiamo detto fin dall’inizio: che gli alberi rimangano lì, perché se non sono malati non c’è motivo di abbatterli”.
La maggioranza: “La riqualificazione è incompatibile con i cedri”
Nell’ordine del giorno (anche se non nella formula di impegno) si chiede di pianificare valutazioni su tutte le 15mila piante del territorio comunale, onde scongiurare eventuali rischi. Una provocazione, dettata da un’interpretazione letterale di quanto aveva detto sui cedri l’agronomo Ettore Zauli in commissione (“possono durare 10 o 15 anni al massimo”). Ma c’è chi la respinge al mittente: “Avete chiesto un intervento da 1 milione e 500mila euro più Iva: è una cifra folle” tuona Sara Manassero dai banchi del Partito Democratico. “Ma i costi non sono il tema centrale - aggiunge - come non lo sono i cedri: l’interesse di tutti noi è valorizzare lo spazio in cui viviamo e la riqualificazione della piazza ha al centro il benessere psicofisico del cittadino. La piazza cambierà ma cambierà in meglio, si darà maggiore spazio al verde: i dieci cedri sono belli, ma vogliamo pensare a piazza Europa come uno spazio di vita”.
“Abbattere un albero è un peccato - premette Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica) - come lo è stato abbattere gli alberi di corso Dante anni fa. Però adesso corso Dante è molto bello con gli ippocastani”. Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, dice ancora la consigliera richiamando la saggezza popolare: “Tagliare gli alberi è un peccato, ma un peccato ancora più grosso sarebbe non riqualificare quella zona di Cuneo. Il progetto di riqualificazione è incompatibile con la presenza dei cedri, perché le radici corrono in modo superficiale. Qualsiasi lavoro tecnico distruggerebbe le radici e creerebbe varchi per i batteri che produrrebbero la rovina e la morte delle piante”. Nel nuovo progetto, però, “ci saranno 38 alberi contro 14 attuali, 1100 mq di arbusti contro 260 mq, la superficie permeabile drenante sarà di 4033 mq mentre adesso è di 2175 mq”. Argomentazioni analoghe vengono riprese da Elio Beccaria (Crescere Insieme): “Se verranno abbattuti i cedri di piazza Europa a me dispiacerà, ma il rifacimento di questa piazza durerà molto di più di quanto potrebbero durare i cedri”.
Il capogruppo di Centro per Cuneo Vincenzo Pellegrino taglia corto: “Vi ricordo che piazza Europa era nel nostro programma e abbiamo vinto con quello”. Anche in corso Brunet, ricorda, “abbiamo buttato giù le vecchie piante e piantumato le nuove, oggi sono belle. Piazza Europa verrà ripiantumata con piante adulte e ne verrà potenziata la crescita: non facciamo uno scempio, Cuneo è bella e diventerà ancora più bella”. La sindaca Patrizia Manassero rivendica un progetto che va al di là delle considerazioni sulla salute dei cedri: “Non stiamo intervenendo perché gli alberi sono malati, non è stato mai detto: stiamo intervenendo perché è necessario rigenerare quella parte della città, che vogliamo vedere viva e vitale e non lo è adesso”. Nessun abbattimento “per cementificare”, nessuna “vendetta” contro i cedri dopo il parcheggio non realizzato, assicura: “Abbiamo 15mila piante in questa città che vengono curate e ‘coccolate’. La stessa piazza Foro Boario non aveva una pianta, oggi sembra di entrare in un bosco e a mio parere è bellissima. C’è testimonianza delle proteste rispetto al taglio degli alberi di corso Dante: richiamano lo stesso affetto per le piante e la stessa preoccupazione per l’ambiente, ma il risultato ambientale e sociale è superiore”. Ma lì, ribatte Bongiovanni, la differenza c’era: “L’abbattimento degli alberi in corso Dante è stato visto insieme alla Forestale e alle associazioni ambientaliste, come per corso Marconi: non erano alberi sani, state facendo demagogia”.