Il Pil del Piemonte nel 2020 è calato di oltre il 9% a causa del Covid, in misura lievemente superiore alla media nazionale (-8,3%), ma la vivace ripresa della scorsa estate e il miglioramento dell'indicatore Regio-coin nel primo trimestre 2021 dimostrano la capacità di recupero dell'economia regionale. Sono le stime di Banca d'Italia che ha presentato il rapporto 'L'economia del Piemonte'.
“Un miglioramento che si sta consolidando, come emerge dalla ripresa degli investimenti. Le prospettive sono positive”, commenta Lanfranco Suardo, direttore della sede di Torino. Tra gennaio e aprile - spiegano Roberto Cullino, Luciana Aimone Gigio e Cristiina Fabrizi della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede di Torino - sono state create 4.000 nuove posizioni di lavoro (-14.000 nello stesso periodo del 2020). Per il 2021 le imprese industriali prevedono un recupero parziale del fatturato. Anche nel settore delle costruzioni, che già aveva recuperato nel secondo semestre 2020, le prospettive sono positive, mentre le famiglie restano più prudenti nei comportamenti di spesa.
Nel 2020 l'impatto è stato significativo sulle ore lavorate (-11,6%), mentre il calo degli occupati è stato più contenuto (-2,8%) - 52.000 i posti di lavoro persi, di cui 23.000 donne - grazie agli ammortizzatori sociali, al blocco dei licenziamenti e alle altre misure di sostegno. Tra i settori più colpiti il tessile e il metalmeccanico, ma l'impatto è stato pesante anche sul commercio e sul turismo. Le misure di sostegno al credito hanno permesso di attenuare gli effetti della crisi sulla liquidità delle aziende.
La crisi dovuta alla pandemia si è riflessa sui redditi delle famiglie (-3,3%), un calo mitigato dalle misure di sostegno pubbliche. È aumentata la disuguaglianza dei redditi da lavoro e l'impatto sui consumi è stato più forte, in calo del 12,1%.