Un Piemonte dalle due oppostevelocità, quello risultante dalle concomitanti analisi del registro delle imprese e dell’osservatorio regionale sul mercato del lavoro. Un contesto, quello subalpino, nel quale alla crescita di quasi sei decimali (+0,6) della base imprenditoriale fa riscontro un aumento di circa sette decimali (+0,7%) del tasso di disoccupazione. Un paradosso soltanto apparente, se si considera il più generale contesto di una iniziativa imprenditoriale sul modello dell’autoimpiego funzionale a supplire alla penuria di lavoro dipendente.
Semmai, ancora una volta, la conferma della necessità - più volte sottolineata dal sistema delle Pmi aderenti a Confapi - di dotare il Piemonte di ulteriori e diversi strumenti di politica industriale “capaci - come ribadito dal Presidente provinciale Pierantonio Invernizzi - di coniugare capacità di innovazione e intensità di lavoro. Questo binomio diventa del tutto fattibile se ci si proietta in una logica più strutturale e in grado di andare oltre la concezione della start up per dedicare risorse e impegno a favore delle strategie di follow up, intese cioè a valorizzare i passi successivi all’avviamento aziendale”.
La sfida è infatti quella del terzo anno “oltre il quale, per una serie di ragioni in parte connesse alla venuta meno di tutti gli sgravi connessi alle start up, in parte dovute alla convinzione che non servano più sostegni istituzionali dopo le fasi di avvio imprenditoriale, il rischio di cessazione dell’attività si accresce. La vera sfida è quella di passare da politiche incentrate sulla fase dello start ad altre più dedicate alla fase del follow up, perché è dal consolidamento delle attività economiche che la base imprenditoriale si amplia, attraverso le sempre minori chiusure, e la base occupazionale resiste alle avversità della congiuntura”.
Confapi ha messo sul campo una serie di azioni che, dopo il positivo debutto - si veda la stipula delle intese con la Fiera di Parma per la Food Valley del Centro Nord - dal prossimo autunno si stabilizzeranno in via ulteriore creando le basi per il rafforzamento delle imprese dei settori interessati all’agrobusiness e al food tech. “Altro inciso doveroso - conclude il presidente Confapi - riguarda i sostegni governativi dedicati all’industria 4.0 che, senza dubbio positivi al fine del rilancio degli investimenti, non hanno prodotto gli effetti sperati dal punto di vista dell’incentivo al binomio fra innovazione tecnologica e nuova occupazione di qualità. Servirebbe, per rilanciare quest’ultima, più che una riproposizione a cicli degli sgravi contributivi, un meccanismo analogo a quello dei super ammortamenti”.