Le PMI chiedono chiarezza sulle cosiddette "premialità" che dovrebbero scattare con il superamento degli studi di settore e l'innovazione introdotta degli "indici di affidabilità fiscale".
La previsione contenuta nella cosiddetta manovra correttiva del governo, e che dopo la sua definitiva approvazione dovrà essere specificata attraverso uno specifico provvedimento ministeriale di applicazione, dovrebbe aumentare il livello di fiducia delle imprese, soprattutto le piccole e medie, nei confronti del Fisco, stabilendo agevolazioni e semplificazioni a favore dei contribuenti aziendali più diligenti secondo una scala da 1 a 10 sul modello di una pagella.
"Si tratterà di entrare nel merito delle modalità di applicazione del nuovo sistema di accertamento della condotta fiscale dell'impresa. Vi sono tanti precedenti di misure legislative che, immaginate con le migliori intenzioni, hanno soltanto peggiorato e accresciuto le distanze tra imprese e sistema fiscale. Se il superamento degli studi di settore pone fine a un sistema di presunzione non di rado sganciato dalla realtà della crisi economica, gli indici di affidabilità fiscale sono una pagina tutta da scrivere, e che andrà scritta con il pieno coinvolgimento delle rappresentanze economiche, affinché di nuova recessione non sia lastricata la via dei buoni propositi del legislatore", auspica il presidente provinciale di Confapi Cuneo, Pierantonio Invernizzi, secondo il quale "la verifica della buona condotta fiscale delle aziende deve tenere conto, necessariamente in un momento di perdurante crisi della liquidità, di fattori di tipo tendenziale, essendo in molti casi impossibile nell'attuale contesto tributario e sanzionatorio ottemperare con puntualità a tutti gli adempimenti pur con ogni buona volontà. In altre parole, i punteggi di merito devono tenere conto anche della tendenza dell'impresa a rispettare i propri obblighi fiscali e contributivi secondo gradualità compatibili con la stessa continuità produttiva e occupazionale aziendale. Questo in maniera da non penalizzare ancora di più, con un effetto boomerang dei nuovi indici, le realtà economiche con potenziale di ripresa ma penalizzare da fattori finanziari".
Del resto, anche una lettura radiografica della variazione positiva del PIL sopra il punto percentuale parla chiaro: "Una crescita spostata sui consumi interni da importazioni - conclude Invernizzi - con elementi di calo del capitolo degli investimenti fissi aziendali e di crescita dell'export più bassa di quella dell'import. Fattori su cui occorre andare oltre proclami enfatici e riflettere perché si verifichi una dinamica di prodotto interno trainata dai consumi made in Italy e dal ritrovato vigore delle esportazioni".