Nei primi tre mesi del 2021 il sistema produttivo regionale ha evidenziato un basso numero di iscrizioni e di cessazioni. Le incertezze dello scenario economico, tra attese sull’evoluzione della pandemia e prospettive di rilancio legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), hanno infatti rallentato anche in Piemonte sia la nascita di nuove realtà imprenditoriali che la chiusura di aziende. In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio emerge come, nel periodo gennaio-marzo 2021, siano nate in Piemonte 7.915 imprese, dato lievemente superiore rispetto al I trimestre 2020 (7.181), periodo che era stato fortemente condizionato dall’avvio della stagione pandemica (con il fermo di ogni attività per l’intero mese di marzo). Le cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio) si sono attestate a 8.021 contro le 10.712 del I trimestre 2020. Il saldo è risultato debolmente negativo (-106 unità). Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2021 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 425.722unità.
“I dati dei primi tre mesi del 2021, riferiti a tutti i settori e a tutte le province piemontesi, ci restituiscono un tessuto imprenditoriale paralizzato, in attesa, a causa dell’emergenza sanitaria che da oltre un anno ha stravolto i ritmi produttivi. Ora più che mai, l’intervento di tutte le istituzioni deve essere ancora più incisivo. In primo luogo è necessario portare a compimento, il più velocemente possibile, la campagna vaccinale: un obiettivo per un cui le Camere di commercio piemontesi sono pronte a dare il proprio appoggio. Servono poi misure efficaci, che restituiscano fiducia al nostro sistema produttivo e consentano di innescare un nuovo percorso di crescita”, commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita piatto, pari al -0,02%, dato lievemente peggiore rispetto a quanto registrato a livello nazionale (+0,08%), ma migliore rispetto ai dati registrati nei primi trimestri degli scorsi anni dal tessuto piemontese (-0,82% nel I trimestre 2020 e –0,71% nel I trimestre 2019). Appare, quindi, ragionevole pensare che esista una “platea nascosta” di imprese che in altre circostanze avrebbe chiuso i battenti e che non lo ha ancora fatto a causa dell’eccezionalità del periodo.
La sostanziale stazionarietà evidenziata dal tessuto imprenditoriale regionale risulta il frutto di variazioni di lievi entità registrate in tutte le realtà provinciali. Biella (-0,35%) e Asti (-0,34%) mostrano i dati peggiori, seguite da Cuneo (-0,22%), Alessandria (-0,17%) e Vercelli (-0,12%). Il Verbano Cusio Ossola (-0,03%) segna un risultato analogo a quello medio regionale, mentre Torino (+0,11%) e Novara (+0,14%), registrano un risultato superiore alla media regionale e debolmente positivo.
L’analisi per forma giuridica conferma il trend ormai consolidato di crescita delle società di capitale che, nonostante il difficile periodo congiunturale, mostrano un tasso di crescita del +0,80% e raggiungono un peso pari al 19,6% del totale delle aziende con sede legale in Piemonte. Piatto il tasso evidenziato dalle ditte individuali (-0,05%), che rappresentano oltre la metà delle imprese. Le altre forme, che pesano solo il 2,2% del totale, subiscono un calo dello 0,35%. Le società di persone (un quinto circa del complesso delle sedi piemontesi) evidenziano il calo più significativo (-0,64%)
Nei primi tre mesi dell’anno nessun comparto ha evidenziato flessioni superiori al punto percentuale. In particolare, il risultato peggiore appartiene all’agricoltura (-0,76%), seguita dal turismo (-0,64%), comparto tradizionalmente in positivo negli ultimi anni. L’industria in senso stretto registra un tasso del -0,30% e il commercio del -0,22%. In controtendenza gli altri servizi, che crescono dello 0,34%, e le costruzioni con un tasso del +0,35%.