Si è aperto ufficialmente oggi, con la riunione di avvio del progetto, il progetto europeo “CClimaTT - Cambiamenti Climatici nel Territorio Transfrontaliero”, cofinanziato dall’Unione Europea nel quadro del Programma Interreg V-A Francia-Italia 2014-2020. Alla Casa del Fiume, il centro di educazione ambientale del Parco fluviale Gesso e Stura, capofila del progetto, si sono ritrovati i sei partner che lavoreranno insieme sui cambiamenti climatici, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze relative agli effetti che essi hanno sui territori interessati, per poi divulgarle al più ampio pubblico possibile, in maniera da attivare un insieme di comportamenti virtuosi.
Partner del progetto, insieme al Parco fluviale Gesso e Stura, il cui ente gestore è il Comune di Cuneo, sono l’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime, la Regione Piemonte Direzione Comunicazione Istituzionale e l’Unione di Comuni delle Colline di Langa e Barolo per quanto riguarda il versante italiano, mentre per il lato francese sono il Parco nazionale del Mercantour e il Parco nazionale degli Ecrins.
L’ammontare totale del finanziamento è di 2.437.917 euro, di cui 585.000 al Parco fluviale, 437.400 all’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime, 294.967 alla Regione Piemonte, 245.500 all’Unione di Comuni delle Colline di Langa e Barolo, 649.000 al Parc National du Mercantour e 226.050 al Parc National des Ecrins.
Il cambiamento climatico rappresenta senza dubbio una delle principali sfide del secolo, come ribadito anche da comunicazioni europee, accordi internazionali, strategie nazionali e studi e ricerche condotti in tutto il mondo. Quel che non tutti sanno, forse, è che l’area alpina è considerata tra le più vulnerabili nei documenti di strategia nazionale di Italia e Francia. Negli ultimi 120 anni, infatti, le temperature a livello alpino sono cresciute di circa 2 gradi centigradi, quasi il doppio della media globale, e sono destinate a crescere ancora (fonte Cipra). Le Alpi non sono solo vittime innocenti dei cambiamenti climatici, però, infatti l’attività antropica in questi territori ha un ruolo estremamente rilevante e il consumo di energia pro capite supera di circa il 10% quello della media europea, dato che evidenzia l’urgenza di un diverso approccio al modo di gestire i territori alpini. Il progetto “CClimaTT” intende approfondire proprio le tematiche legate al cambiamento climatico nell’area transfrontaliera.
I cambiamenti climatici, pur essendo ormai entrati nell’immaginario collettivo e nella percezione quotidiana, sono visti dalla maggior parte della popolazione come condizioni su cui non si ha un diretto potere d’intervento a livello di comunità locale. I dati suggeriscono che allo stato attuale gli abitanti delle aree alpine tendono generalmente a sottostimare gli effetti dei cambiamenti climatici sul proprio territorio, ritenendo che le aree e gli ambiti maggiormente a rischio siano realtà diverse e lontane dal proprio vissuto quotidiano (grandi aree urbane, aree costiere…). Per questo il progetto intende migliorare la conoscenza delle problematiche relative ai cambiamenti climatici con lo scopo di sensibilizzare le popolazioni locali, definirne i maggiori effetti sui territori locali e individuare azioni di contenimento, attraverso processi di cittadinanza attiva.
L’idea è quella di far passare il concetto che anche le piccole comunità sono in grado di influenzare i cambiamenti climatici e che l’adozione di comportamenti virtuosi a livello locale può portare al miglioramento globale del sistema.
Per questo gli obiettivi del progetto sono tre: la conoscenza (che si concretizzerà in studi e analisi per approfondire gli effetti su alcuni dei parametri di maggiore interesse e riconoscibilità nell’immaginario collettivo per i singoli territori, come le specie animali indicatrici per i parchi alpini, le colture viticole per le Langhe, gli ambiti perifluviali per il Parco fluviale), la comunicazione (per coinvolgere la popolazione e favorire la presa di coscienza anche in ambiti in cui la qualità della vita non sembra a prima vista influenzata) e la cittadinanza attiva (si forniranno strumenti materiali e immateriali per cominciare a mettere in atto comportamenti virtuosi).
Il progetto avrà durata di tre anni e si concluderà nel 2020.