CUNEO - Prenotazioni online, mascherine e ombrelloni separati: ecco come cambieranno le gite al mare

Niente giochi in spiaggia e distanziamento sociale anche tra bambini. Gli esperti dell’Inail raccomandano di privilegiare i turisti abituali ai bagnanti ‘mordi e fuggi’

Andrea Cascioli 13/05/2020 12:47

 
Tutti al mare, ma con regole molto diverse. Che l’estate e i bagni di mare alle porte - tempo permettendo - sarebbero stati tutt’altra cosa da ciò che siamo abituati a vivere ogni anno era già fin troppo chiaro, ma ora si cerca di capire come e quanto cambieranno i nostri soggiorni balneari.
 
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di acque di balneazione, circa un quarto del totale di quelle europee (5539 su 22131 totali, di cui 4871 marine e 668 interne). È anche l’unico Stato dell’Ue a non porre alcun limite alle spiagge in concessione, lasciando queste scelte alle Regioni. Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono 52.619 le concessioni demaniali marittime, di cui 11.104 per stabilimenti balneari e 1.231 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, mentre le restanti sono distribuite su vari utilizzi come pesca e acquacoltura, diporto e usi produttivi.
 
Si stima che oltre il 42% delle coste sabbiose sia occupato da stabilimenti balneari. Ma alcune regioni la percentuale è ancora più alta: nella vicina Ligu¬ria - che da sola conta 8984 concessioni demaniali, il 17% del totale nazionale - la densità di spiagge private arriva a coprire addirittura il 69,8% delle coste, mentre si tocca il 67,7% in Campania, il 61,8% nelle Marche, il 51,7% in Toscana. Solo nei 7 km di battigia del comune di Alassio si contano 95 stabilimenti balneari, che occupano l’88,2% delle spiagge. Un record superato solo da Forte dei Marmi e Rimini, rispettivamente con il 93,7% e il 90% degli spazi destinati al pubblico pagante.
 
Mettere ordine in questa giungla di ombrelloni è impresa complicata e gli esperti lo sanno. Presentando il suo documento tecnico sulla valutazione del rischio e le misure di contenimento del contagio da Covid-19, l’Inail ha fatto notare del resto come la complessità della gestione del rischio legato alle attività di balneazione sia confermata dall’adozione protratta delle restrizioni in altri Paesi con situazioni epidemiologiche simili all’Italia, a cominciare da Francia e Spagna.
 
All’orizzonte c’è innanzitutto la questione del distanziamento sociale. Vari studi internazionali hanno proposto un indice di affollamento, espresso in numero di persone per metro quadro di arenile. I tecnici dell’Inail stimano che la distanza minima tra una fila di ombrelloni e l’altra debba essere pari a 5 metri, mentre tra gli ombrelloni della stessa fila dovranno passare almeno 4,5 metri. Ai gestori si chiederà, se possibile, di stabilire percorsi differenziati di entrata e di uscita, mentre ai clienti sarà imposto di indossare mascherine sia all’arrivo che all’uscita dalla spiaggia. Le docce devono essere previste all’aperto e sanificate spesso, come pure le cabine per le quali si raccomanda di vietare l’uso promiscuo fuori dallo stesso nucleo abitativo.
 
Altra misura molto raccomandata è la prenotazione, anche per fasce orarie e preferibilmente obbligatoria. Oltre a favorire l’accesso contingentato alle spiagge, la registrazione degli utenti potrebbe servire anche a tracciare i contatti a seguito di eventuali contagi. Allo scopo di evitare code e assembramenti alle casse si consiglia inoltre di ricorrere all’utilizzo di sistemi di pagamento veloci con carte prepagate o sul web. La concessione degli ombrelloni e dell’attrezzatura a corredo, si sottolinea, “dovrebbe privilegiare l’assegnazione dello stesso ombrellone ai medesimi occupanti che soggiornano per più giorni”: bene per gli aficionados della ‘stessa spiaggia, stesso mare’ (secondo un sondaggio Fipe/Confcommercio, il 61,5% dei turisti italiani non ha cambiato stabilimento da oltre tre anni), male per i bagnanti mordi e fuggi.
 
Anche per le spiagge libere l’idea è quella di regolare gli accessi con un sistema di prenotazione tramite app e piattaforme online, demandando agli enti locali la definizione delle regole e la mappatura degli spazi. Per assicurare il rispetto delle regole anti-contagio, in particolare il distanziamento interpersonale in tutte le attività, un’ipotesi è coinvolgere associazioni di volontariato e soggetti del terzo settore.
 
Sono ovviamente escluse le attività ludico-sportive e i giochi di gruppo, mentre gli sport in mare aperto (windsurf, attività subacquea, balneazione da natanti) non presentano rischi significativi fermo restando il rispetto delle distanze e la sanificazione delle attrezzature di uso comune. La vigilanza sulle norme di distanziamento è estesa anche ai bambini. Perfino ai soccorritori sarà richiesto di evitare contatti non necessari, ad esempio valutando il respiro delle persone in stato di necessità senza avvicinare il volto.

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