La Camera di commercio ha consegnato la fotografia dell’economia reale della Granda riferita al 2020, anno flagellato dalla crisi sanitaria, arricchita dalle informazioni della dashboard di InfoCamere, novità della Relazione Economica 2021. A fronte delle evidenti ricadute negative dovute alla pandemia Covid-19 i dati economici che derivano dall’analisi del Rapporto Cuneo 2021 sono critici, ma dimostrano una maggiore capacità di tenuta della nostra provincia rispetto
alla media piemontese e italiana.
In sintesi
- 80.994 localizzazioni (sedi di impresa+unità locali)
- -0,6% tasso di crescita del tessuto imprenditoriale
- 18 miliardi di euro Prodotto Interno Lordo
- 27.705 euro Valore aggiunto pro capite
- 7,8 miliardi di euro Export (-6,9%)
- 68,8% tasso di occupazione (15-64 anni)
- 4,8% tasso di disoccupazione (15-64 anni)
- 12,9% tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni)
Nell’ambito della giornata, la Camera di commercio di Cuneo ha presentato il Rapporto Cuneo 2021 - L’economia reale e le prospettive di ripresa. Il quadro della situazione economica, per la prima volta quest’anno, è arricchito dalle informazioni della dashboard di InfoCamere, che costituisce la grande novità della Relazione Economica 2021, rendendo l’ente camerale cuneese pioniere nella sperimentazione. Dopo l’introduzione del presidente Mauro Gola, l’evento, svoltosi con la formula del webinar, si è articolato in vari momenti con le relazioni di Sarah Bovini, responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, che ha illustrato i numeri e le tendenze della provincia cuneese relativi al 2020 con un raffronto a livello regionale e nazionale; di Livia Simongini, Senior Specialist Sit (Strategie industriali territoriali) di Prometeia, che si è soffermata sulle opportunità di ripresa post Covid analizzando lo scenario territoriale nel contesto nazionale e internazionale; di Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere affiancato da Serafino Pitingaro, Data Researcher di infoCamere, che hanno presentato la piattaforma che consentirà l’accesso pubblico a numerosi dati riferiti alla struttura imprenditoriale e aggiornati in tempo reale sulla base dell’evoluzione dei movimenti dettati dal Registro Imprese.
A moderare l’incontro Massimo Mathis responsabile de La Stampa, redazione di Cuneo. “I dati della Relazione Economica, arricchiti per la prima volta dalla dashboard di InfoCamere, ci offrono il quadro di un territorio che ha dimostrato una grande capacità di reazione - dichiara il presidente Mauro Gola. - L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova la nostra economia che ha, però, risposto proattivamente attraverso la digitalizzazione, l’innovazione, il ricorso ai marketplace e la coesione, fornendo soluzioni rapide a problemi nuovi. I recenti dati della congiuntura relativi al primo trimestre, che evidenziano un aumento di fatturati, ordinativi ed esportazioni del settore industriale, testimoniano il dinamismo delle nostre imprese e sono un importante segnale di ripresa per la nostra economia”.
“Il nostro obiettivo – ha detto il Direttore Generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi – è quello di fornire, alle Camere di commercio e agli stakeholder del territorio,
strumenti innovativi per arrivare ad una comprensione più profonda e immediata dei fenomeni che riguardano le imprese sullo scenario digitale. Partendo dal dato grezzo, siamo passati a soluzioni avanzate di data visualization – come la dashboard che presentiamo oggi - fino all’elaborazione di modelli statistici basati su tecniche di machine learning per valorizzare i dati contenuti nel Registro delle Imprese e rendere più efficace l’azione dei decision maker pubblici e privati”.
Nel 2020, la Granda ha generato 18 miliardi di euro di prodotto interno lordo (-6,7% rispetto all’anno precedente) producendo il 14% della ricchezza totale
regionale e arrivando all’1% di quella nazionale. Come valore aggiunto pro capite Cuneo ha registrato, ancora una volta nonostante le criticità del periodo, un dato medio superiore a quello regionale attestandosi, con 27.705 euro pro capite, al secondo posto dopo Torino tra le province piemontesi. Il mercato del lavoro mostra indicatori che vanno interpretati alla luce della pandemia e del blocco dei licenziamenti. I contratti a tempo indeterminato hanno mostrato un saldo annuale positivo (+7.665 posizioni), seppur inferiore all’anno precedente, con una flessione sia in ingresso che in uscita. È negativo il saldo dei contratti a tempo determinato (-1.873 posizioni), a fronte di una forte diminuzione delle assunzioni in apprendistato (-21,4%), che pone un freno alla fase espansiva avviata nel 2016. Il tasso di occupazione si attesta al 68,8%, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2019 con un forte calo occupazionale per gli autonomi (-7,8%) e un aumento dell’1,2% per i dipendenti. In un contesto di sospensione delle attività di interi settori produttivi per settimane, che ha creato uno shock senza precedenti in termini di produzione e lavoro, è stato fondamentale il ruolo degli ammortizzatori sociali. Le ore di cassa integrazione sono salite, in un anno, da 1,8 a 32,2 milioni con un’impennata del ricorso a questo strumento (19,2 milioni di ore) soprattutto da parte del settore manifatturiero. Il tasso di occupazione femminile è sceso da 61,4% a 60,5%. Grazie anche al blocco dei licenziamenti, la disoccupazione è calata da 5% a 4,8%, ma questo dato va messo in correlazione con la quota di persone che, in assenza di lavoro, ha cessato di cercarlo attivamente, andando a incrementare la quota di inattivi.
Secondo il Registro delle Imprese, il tessuto imprenditoriale cuneese, al 31 dicembre 2020, rileva 66.423 sedi di impresa, lo 0,6% in meno rispetto a un anno fa, in controtendenza rispetto al dato nazionale (+0,3%). Cuneo si conferma al secondo posto in Piemonte, dopo Torino, per consistenza, con una quota del 15,6% sul totale delle sedi d’impresa regionali. Aumentano le società di capitale (+2,25%) e le altre forme giuridiche (+1,08%); si indebolisce il settore artigiano che, pur rappresentando oltre un quarto delle realtà aziendali della provincia, vede una contrazione dello 0,53% dello stock. È in lieve flessione la componente femminile (-1,3%), mentre le imprese guidate da giovani con meno di 35 anni, crescono dell’8,9% e così il numero delle imprese straniere (+3,7%). Nel 2020 i processi di digitalizzazione delle imprese cuneesi sono proseguiti in maniera significativa: sono state create 111 nuove start-up innovative (+16%). Il comparto manifatturiero, come prevedibile a causa degli effetti della crisi epidemiologica, ha segnato una variazione tendenziale media annua della produzione del -3,3%. Nel 2019 era del +1,1%. La flessione 2020 risulta più contenuta rispetto a quella manifestata a livello regionale.
L’export, nel difficile contesto internazionale, ha subito un rallentamento del 6,9%, sfiorando i 7,9 miliardi di euro, variazione più contenuta di quanto registrato
sia a livello regionale (-12,7%) che nazionale (-9,7%), con alcuni elementi in controtendenza estremamente interessanti, quali il consistente aumento dei volumi
esportati negli Stati Uniti (+12,6%) e la crescita dei prodotti alimentari e delle bevande (+1,5%) da sempre settore trainante. Il turismo ha subito in modo marcato le limitazioni della mobilità globale. Gli arrivi (409.168) sono scesi del 47% mentre le presenze (1.079.825) hanno subito un decremento del 44%. Il 98,7% delle presenze è di origine europea e i viaggiatori italiani hanno rappresentato il 77% del totale. Langhe e Roero, nonostante un calo di presenze del 54% hanno fatto segnare una buona presenza di stranieri (circa il 30%), mentre l’Atl del Cuneese ha registrato una diminuzione più contenuta (-39%).
Sarah Bovini, responsabile dell’Ufficio studi e statistica di Unioncamere Piemonte, nel suo intervento riassume: “Il 2020 è stato un anno terribile sotto diversi punti di vista: l'arrivo della pandemia ha infatti scatenato pesanti conseguenze negative, sia sociali che economiche. Con il diffondersi della crisi sanitaria l’attività economica è crollata in tutto il mondo e si sono bloccati gli scambi internazionali. Attraverso la puntuale fotografia scattata dal Rapporto Cuneo 2021 è possibile cogliere non solo le difficoltà affrontate, in questo difficile contesto, dalla provincia, ma anche i punti di forza che la contraddistinguono, la maggiore resilienza che ha dimostrato rispetto alla media italiana e a quella piemontese sul fronte del Pil, dell’industria manifatturiera, del commercio estero e, non meno importante, del mercato del lavoro. Gli attori economici di Cuneo dovranno partire da questi elementi di forza per trovare un equilibrio diverso da quello esistente nel periodo pre-covid e intraprendere nuove strade di sviluppo”.
“A fronte di una recessione di portata storica e diffusa su scala globale, l’economia provinciale nel 2020 ha mostrato una caduta dell’attività più contenuta della media nazionale. Lo scenario 2021-2023 si prospetta per Cuneo sostanzialmente in linea con quello dell’Italia. A spingere verso l’alto le previsioni provinciali contribuisce l’andamento di alcuni comparti come l’automotive, che riprenderà slancio, l’agroalimentare, per il quale continua a profilarsi una buona crescita, e le costruzioni. Di contro, i lasciti della crisi sul comparto del turismo e della ristorazione rallentano il passo della ripresa dell’economia provinciale. In una prospettiva di medio termine grandi opportunità di crescita possono aprirsi per il territorio. Per coglierle a pieno, però, è necessario che la doppia transizione (ecologica e digitale) dell’economia cuneese possa realizzarsi con tempestività ed efficacia”, commenta Livia Simongini, Senior Specialist SIT di Prometeia.
Focalizzato sul presente, ma con uno sguardo ottimistico rivolto al futuro, il presidente Gola, conclude: “Credo fortemente nel piano vaccinale, nel PNRR e nelle
azioni che metteranno in campo il Governo e l’Europa e ritengo sia altrettanto importante investire sulla fiducia delle persone e delle imprese. Spetta a noi armarci di ottimismo attendendo che il vento cambi, cosa che sta lentamente avvenendo, ma è fondamentale rimanere realisti e “sistemare le vele” del nostro tessuto produttivo per ripartire, al momento giusto, con il vento in poppa".