C’è una questione legata alle mascherine consegnate ai cittadini dalla Regione Piemonte che negli ultimi giorni sta facendo molto discutere, “sbarcata” anche sui social con post e fotografie. Il “caso”, che ha seguito le polemiche sui ritardi nella distribuzione dei dispositivi, è stato sollevato di recente anche da alcuni cuneesi: in diversi Comuni della Granda la consegna è stata infatti avviata negli ultimi giorni e in molti hanno notato quella che sembrerebbe un’anomalia.
Sulla carta intestata riportante i loghi della Regione Piemonte e della Protezione Civile presente all'interno delle bustine arrivate nelle case dei piemontesi, infatti, campeggia la scritta “Prodotto e confezionato da aziende piemontesi”. Su alcune mascherine, però, c’è un’etichetta con l’indicazione “Made in Marocco”, apparentemente in contraddizione con la precedente dicitura. La questione è stata segnalata anche da Mauro Salizzoni. Il vicepresidente del Consiglio Regionale ha affidato alla sua pagina Facebook il suo ironico commento: “Vedo da queste foto, che circolano in rete, che l'operazione autarchica sta andando sempre più a bagno”, ha scritto il “mago dei trapianti”.
Il “caso”, però, ha in realtà una spiegazione molto semplice. Alcune della mascherine fornite dalla Regione Piemonte, infatti, sono state prodotte dalla Miroglio nel suo stabilimento di Casablanca, in Marocco. I dispositivi, insomma, sono sì stati prodotti da un’azienda piemontese, per la precisione albese, ma allo stesso tempo è corretta anche la dicitura “Made in Marocco”.