“La diffusione della PSA ha ormai raggiunto livelli allarmanti, mettendo a rischio non solo la salute animale, ma l'intera filiera suinicola del nostro Paese, un settore cruciale per l'economia nazionale e per la tutela delle nostre produzioni di qualità”. Questo è uno dei passaggi inziali della lettera inviata da Coldiretti al Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per sollecitare la massima attenzione sul tema della Peste Suina Africana (PSA).
“Un aspetto cruciale, come abbiamo fatto presente alla Regione durante la mobilitazione dello scorso 4 luglio, Basta cinghiali, riguarda il contenimento della fauna selvatica, con la totale rimozione dei cinghiali coinvolgendo tutti gli Enti preposti, Parchi compresi. Per questo servono interventi specifici nelle aree protette, prevedendo anche il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori di fondi. Considerato l’ampliamento delle zone di restrizione, inoltre, è necessario creare le condizioni affinché, nel rispetto delle disposizioni in materia di biosicurezza, il depopolamento possa continuare senza soluzione di continuità, prevedendo adeguate strutture di raccolta e stoccaggio dei capi abbattuti. È necessario, per assicurare la continuità operative di imprese che hanno anche investito per adeguarsi in tema di biosicurezza, preservare i distretti suinicoli della Granda, rispetto ai quali deve essere data concreta attuazione alla disposizione che prevede la non presenza di cinghiali nelle aree ricomprese in un raggio di 15 chilometri”, dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
“È urgente che vengano da subito erogati gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla Peste suina e che oggi sono in grande difficoltà. Gli indennizzi che non devono riguardare solo quelle aziende che hanno subito gli abbattimenti, ma dobbiamo tenere in considerazione il tema del fermo aziendale, che riguarderà tutti quegli allevamenti che saranno costretti a rimanere fermi e non potranno nemmeno ripopolare. È fondamentale che ci sia un monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori per evitare grandi speculazioni come sarà necessario procedere a uno stop dei mutui per le aziende colpite. A rischio c’è l’intera filiera suinicola cuneese, composta da 800 aziende e quasi 900.000 suini destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali DOP italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele”, evidenzia il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.