CUNEO - "Qualcuno ci deve spiegare perché a pranzo è possibile tenere aperto e dopo le 18 non più"

La protesta di baristi e ristoratori in piazza Galimberti a Cuneo contro il Dpcm per lanciare "un grido di dolore e un messaggio forte al Governo"

Samuele Mattio 28/10/2020 12:56

“Qualcuno ci deve spiegare perché a pranzo è possibile tenere aperto e dopo le 18 non più”.  
 
Non c’è bisogno di interpretazione per il coro che si è alzato da Piazza Galimberti, a Cuneo, dove stamane dalle 11.30 un centinaio di imprenditori del mondo della ristorazione si sono uniti per un pacifico flash mob di protesta nei confronti del Governo e delle chiusure e limitazioni imposte dal nuovo Dpcm fino al 24 novembre.
 
La manifestazione è organizzata dai gestori dei pubblici esercizi coordinati dalla Confcommercio, a Cuneo come in altre 25 città italiane per lanciare "un grido di dolore e un messaggio forte al Governo".
 
“Non è accettabile che una categoria che da quando ha riaperto ha rispettato tutte le regole, chiedendo anche controlli, ora si ritrovi a non poter lavorare”, così il presidente di Confcommercio Cuneo Luca Chiapella. “Qualcuno ci deve spiegare perché a pranzo è possibile tenere aperto e dopo le 18 non più - afferma il leader dei commercianti cuneesi -. I ristoranti hanno dimezzato i posti a tavola. Subiranno con questa chiusura un danno economico importantissimo, si parla del sistema dei ristori, ma ci sono categorie che sono state totalmente dimenticate”.
 
Riuniti alle spalle della statua di Giuseppe Barbaroux per chiedere dignità, hanno manifestato i rappresentanti di diverse categorie economiche, dai ristoratori ai baristi, ma anche albergatori e titolari di discoteche e sale da ballo.
 
Tra loro in piazza anche il pizzaiolo Giuseppe De Lucia di 'Passione Pizza', in via Sette Assedi: “Sono stati puniti i settori che erano già stati penalizzati durante il lockdown - spiega l’imprenditore -. Ci sentiamo penalizzati dal sistema, non crediamo di essere degli untori. Occorre trovare un sistema che ci consenta di tornare a lavorare al di là degli aiuti”.
 
Dello stesso avviso Gigi Riva, titolare di due locali in città: “Andare avanti senza la cena è insostenibile - spiega il padrone de ‘L’Osteria della Chiocciola’ e della ‘Chiocciola degli Angeli’ -. La speranza è che parta bene l’asporto. Abbiamo avuto molta solidarietà da parte dei clienti, intenzionati a darci una mano, mi ha fatto molto piacere”.
 
Oltre a togliere la possibilità di fare l’aperitivo e il dopocena, il Dpcm ha creato incertezza nella clientela - spiega Marco Basso del Bar Corso -. Ci sono comportamenti che non si vedevano da maggio, ora alcuni chiedono chiedono se possono avvicinarsi al bancone”. Uno dei titolari dello storico locale, conclude con parole di inquietudine: “Il calo è in crescendo, ogni giorno ci accorgiamo che c’è una perdita di lavoro costante”.


Luca Chiapella, presidente Confcommercio Cuneo

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