“La Giunta regionale ha appena approvato una delibera a firma degli assessori Marnati e Bongioanni che modifica le disposizioni attuative del PRQA – stralcio agricoltura, introducendo la possibilità di utilizzare anche tecniche che derivano dall’applicazione di innovazioni tecnologiche e/o gestionali per la riduzione delle emissioni dagli allevamenti, diverse da quelle elencate nel provvedimento. Si tratta di un’opportunità sicuramente interessante per le aziende agricole; tuttavia, come Confagricoltura avevamo chiesto che i risultati delle ricerche venissero introdotti in modo stabile nelle norme di piano e non affidati a una relazione tecnica a carico delle singole aziende, onerosa e per di più soggetta a un processo istruttorio dagli esiti incerti, come prevede ancora la proposta di delibera. In questo senso occorre anche imprimere un forte impulso alla ricerca applicata in materia di emissioni per fare sì che i risultati possano quanto prima entrare a far parte delle soluzioni codificate. Sempre come Confagricoltura avevamo inoltre sottolineato la necessità di modificare le BAT (migliori tecniche disponibili) relative ai processi produttivi, e le tabelle contenute nel Piano stralcio agricoltura, per definire, in generale, riduzioni emissive attese più basse e rivedere al rialzo i risultati ottenibili con l’applicazione delle Pratiche e delle Tecniche ammesse, cosa di cui però non troviamo traccia nella delibera”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, commenta in questo modo le recenti decisioni della Regione per rendere il Piano regionale per la qualità dell’aria applicabile concretamente da parte del settore agricolo.
Una ulteriore iniziativa in materia di qualità dell’aria è invece la proposta di ordine del giorno per il Consiglio regionale presentata dal consigliere Claudio Sacchetto, che riguarda la gestione delle coperture delle platee dei materiali palabili (letami) e quella delle varie comunicazioni da effettuare da parte delle aziende agricole per i diversi interventi previsti dal piano, primo tra tutti l’applicazione al terreno dei reflui zootecnici.
La questione delle comunicazioni è un altro punto critico dell’intero impianto normativo; secondo quanto previsto dal Piano, gli agricoltori devono rendere noto con un certo preavviso, attraverso un sistema informatico di gestione, lo svolgimento delle distribuzioni in campo dei reflui zootecnici.
“Questo adempimento - prosegue Allasia - spesso non effettuato direttamente dall’azienda, ma dalla sua organizzazione professionale di riferimento, rischia di generare in alcuni periodi dell’anno un carico di lavoro insostenibile per qualsiasi struttura, con le conseguenti elevatissime probabilità di errori e conseguenti sanzioni. Per questa ragione, in linea con la proposta fatta al Consiglio regionale, riteniamo che modalità e tempistiche debbano essere profondamente modificate in modo da coniugare le necessità di controllo del sistema con quelle di operatività delle aziende”.
“Riteniamo positivo - conclude Allasia - che stia crescendo l’attenzione della nostra amministrazione regionale per le esigenze dell’agricoltura, ma rimane ancora molta strada da fare affinché l’applicazione delle norme tuteli in maniera efficace l’ambiente senza mettere a rischio l’attività degli agricoltori. Noi, come Confagricoltura, continueremo a fare la nostra parte”.