“Vieni da Cuneo? Ah sì, la conosco…”. Per le vecchie generazioni il tormentone era Totò con i suoi “tre anni di militare” che l’avevano reso “uomo di mondo”. Per i più giovani la “splendida città del Piemonte col sole di fronte” cantata da Paola Cortellesi e Claudio Bisio in una ormai storica puntata di Zelig del 2011.
Menzioni “al merito” che - piaccia o non piaccia - hanno regalato alla città tra i due fiumi un posticino nella cultura pop italiana e che chiunque di noi, lontano dalla Bisalta, ha sentito ripetere più e più volte. Le prime volte sorridendone con un moto d’orgoglio strapaesano, le ennesime, magari, rovesciando gli occhi e sussurrando a denti stretti “ci risiamo…”. Ma davvero per il resto d’Italia la fama di Cuneo si ferma lì, al limite estendendosi alla notorietà personale di alcuni suoi figli più o meno illustri come Briatore, Santanché, Odifreddi?
La domanda probabilmente è vecchia quanto la storia dei cuneesi che accesero i lampioni di giorno, per mostrare al re l’impianto di illuminazione pubblica. Se non di più. Per restare in anni abbastanza recenti si può ricordare la volta in cui
da una storia di Topolino che menzionava Cuneo nacque una polemica tutta locale, con tanto di accuse all’amministrazione comunale di allora. Solo poche settimane fa si è tornati a parlarne a seguito di un’interpellanza presentata dal consigliere
Paolo Armellini di Indipendenti:
“In una ventina di edizioni del Tg3 che ho preso in considerazione, Cuneo è stata nominata una volta sola in riferimento a Scrittorincittà. Più un’altra volta parlando di carenze nel personale ospedaliero, senza che passassero immagini del Santa Croce o del Carle”.
Il consigliere si è anche rammaricato del fatto che “un giornalista cosiddetto scientifico, certo Bianucci, abbia detto di essere qui a Cuneo ‘come Totò’: mi sarei aspettato un riferimento al fatto che a Spinetta è nato Giuseppe Peano” (matematico e logico ammirato anche da Bertrand Russell, cui è dedicato fra l’altro il liceo scientifico cittadino, ndr). “Ci sta la goliardia, ma sono un po’ stufo di vedere questo raffronto con Totò che la dice lunga sul fatto che non abbiamo orgoglio per il modello Cuneo” ha aggiunto Armellini, deplorando l’attenzione a suo dire insufficiente nei confronti dei grandi eventi locali: “Della Straconi, con 18500 persone, non si è parlato, ma si è parlato tanto nella stessa edizione - secondo me troppo - del tartufo di Alba”. Prendendo al volo l’assist offerto dal collega, con la menzione della tappa cuneese del Giro d’Italia, Beppe Lauria ha osservato: “Non tutti forse lo sanno ma il Giro d’Italia non viene qui gratis: è una vetrina immensa, ma visto che lo finanziamo dobbiamo anche far presente che vogliamo avere un ritorno d’immagine”.
A gettare acqua sul fuoco ha pensato l’assessore con delega alla Comunicazione, Luca Serale: “I rapporti con la Rai sono sempre stati ottimi, si possono menzionare vari interventi di presenza in città nei momenti clou che toccano Cuneo”. Dal 1 gennaio al 24 novembre 2022, ha aggiunto, ci sono state 260 citazioni di Cuneo in tutto l’universo Rai, inteso come radio e trasmissioni televisive: una citazione ogni 1,25 giorni. “Dati che mi hanno abbastanza impressionato perché, nella mia percezione, li avrei creduti più bassi” ha commentato l’assessore, ricordando inoltre che “il servizio pubblico non ragiona nell’ottica di una ‘par condicio’ tra città e provincia, ma va dietro alle notizie e alle iniziative presenti”.
La risposta non ha soddisfatto l’interpellante: “Non sono colpito così favorevolmente da questi numeri: Cuneo non è valorizzata come dovrebbe esserlo, al di là delle citazioni”. Come dire, non conta il “quanto” ma il “come”. Su questo punto, però, è difficile credere che tutte le responsabilità siano di “mamma Rai”.