La pandemia ha coinvolto ormai poco meno del 10% della popolazione di Cuneo in questi tredici mesi. Ad affermarlo è il sindaco del capoluogo della Granda, Federico Borgna, che ricorda anche come il triste computo delle vittime sia arrivato a 188 fino a domenica 25 aprile. Ora la provincia si appresta a diventare zona gialla a partire da giovedì: un ritardo rispetto al Piemonte dovuto a mere ragioni tecniche, dal momento che vengono richiesti quattordici giorni dopo il precedente passaggio di stato.
Sono 6700 i controlli individuali effettuati in città dalla Polizia Municipale a partire da novembre: nello stesso periodo le sanzioni per il mancato rispetto delle norme anti-contagio ammontano a 37. Un’azione rivendicata dal sindaco che tuttavia ricorda come “l’approccio dei vigili punta, correttamente, a essere un approccio pedagogico”. Nessuno insomma si illude che la risposta agli eventuali assembramenti passi per la repressione pura e semplice: “È una situazione che è impossibile controllare al 100% dalle forze dell’ordine, occorre perciò far comprendere alle persone che serve adottare comportamenti personali responsabili: indossare correttamente la mascherina, rispettare il distanziamento, disinfettarsi le mani”.
A reclamare una maggiore attenzione dell’amministrazione rispetto al possibile allentamento delle precauzioni tra la popolazione è il consigliere di Cuneo per i Beni Comuni e medico in pensione
Ugo Sturlese, autore di un’
interpellanza sul tema discussa in Consiglio comunale:
“Questo vuole avere il senso di un appello rivolto alle autorità e a chiunque eserciti un’attività commerciale in città: ci prepariamo a entrare in zona gialla avendo attraversato un momento estremamente critico, dove la provincia di Cuneo è arrivata a superare i 430 casi per 100mila abitanti. È opportuno evitare comportamenti che favoriscano il contagio a maggior ragione in presenza di varianti nuove varianti. Al Comune chiedo di esercitare ogni forma di controllo possibile perché non siamo fuori dalla situazione critica: anche dal punto di vista della comunicazione occorre essere efficaci con le nuove generazioni”.
Se la preoccupazione per le conseguenze della pandemia è condivisa, non tutti però ritengono adeguate le risposte sanzionatorie. “Corriamo il rischio di creare ulteriori tensioni” osserva in proposito il consigliere Beppe Lauria, che argomenta: “L’atteggiamento del comune dev’essere sicuramente di prevenzione, ma già da un anno e mezzo le attività economiche si sono attrezzate. Se nemmeno questo è sufficiente e si vuole perpetuare la chiusura a oltranza, non mi riconosco in questo tipo di scelta e credo non vi si riconosca buona parte della popolazione”.