“Riceviamo richieste di aiuto quotidianamente anche se non sempre queste si concretizzano in un’entrata in comunità. Quello che è certo è che il disagio è aumentato e chi soffriva di dipendenze durante la fase della pandemia ha visto un incremento delle problematiche”, spiegano i dottori Mauro Rossetti e Dario Bozzato, psicologi e impiegati nel settore accoglienza del Cufrad. “Dopo il periodo pandemico abbiamo osservato un aumento di richieste di aiuto spesso legate a un disagio generico. Nonostante ciò, i nostri numeri sono rimasti abbastanza stabili nel tempo”.
Non si può però parlare di emergenza improvvisa. Il problema delle dipendenze c’è, esiste ed è conosciuto ormai da decenni, ma bisogna continuare ad affrontarlo perché non ha smesso di essere radicato tra molte persone, anche nel cuneese. Sicuramente un dato positivo risiede nel fatto che è più facile oggi accedere alle informazioni, trovare i contatti e, quindi, rivolgersi ai centri specializzati. “Sappiamo quanto internet aiuti le persone ad avere accesso ai contatti e alle informazioni necessarie”.
Il fenomeno però è cambiato molto nel tempo. In particolare, “in questo periodo stiamo notando l’aumento di pazienti poliabusatori o poliassuntori. Soprattutto i ragazzi non fanno uso solo di alcol, ma creano dei mix di alcol, sostanze e spesso ci aggiungono anche i farmaci”.
Si è modificata radicalmente negli anni l’immagine che ognuno di noi ha in mente quando pensa a una dipendenza. “A differenza dell’immagine degli anni ’80 che tutti noi abbiamo, oggi quasi sempre questi policonsumatori, anche a causa dei mix, sviluppano patologie psichiatriche. C’è quindi la compresenza di una doppia patologia”. È quello che nel gergo tecnico si chiama comorbidità psichiatrica. Al Cufrad, proprio per far fronte a questo nuovo aspetto delle dipendenze, è stato attivato un servizio specialistico per la doppia diagnosi. “Uno sforzo che si è sempre fatto e che bisogna continuare a fare è quello di stare al passo. La caratteristica del fenomeno delle dipendenze è la continua mutazione, quindi bisogna adattarsi”.
Tra i cambiamenti si annoverano anche l’aumento dell’utilizzo di crack soprattutto tra i più giovani e “il fatto di avere facilmente accesso a internet ha portato effetti positivi, ma anche l’avvento di nuove sostanze complesse da un punto di vista chimico, non note e quindi non subito riconoscibili, che portano a conseguenze che ancora non si conoscono in modo approfondito”. Rimane sempre molto in auge il problema dell’alcol, noto come binge drinking (“abbuffata di alcolici”), “c’è un accesso alle sostanze alcoliche sempre più precoce e pericoloso”.
Il Cufrad
Il centro Cufrad di Sommariva del Bosco è specializzato nella riabilitazione dei pazienti che soffrono di problemi di dipendenza patologica da alcol, droghe e farmaci. È un ente accreditato della Regione Piemonte e dal 1983 collabora con i servizi pubblici, le associazioni e le famiglie per intervenire fornendo percorsi di guarigione dalle dipendenze patologiche e dalla depressione correlata. Nel tempo la struttura si è ingrandita e, al momento, dispone di 211 posti letto accreditati e, spiegano i dottori, sono quasi sempre tutti occupati.
Il Cufrad agisce sul campo da ormai quarant’anni e questo elemento permette loro di avere una visione ampia e completa del fenomeno. “Dal 1983 sono passate da noi circa 3920 persone. Mediamente ogni anno accogliamo dai 130 ai 140 nuovi utenti. E tendenzialmente altrettanti escono, i numeri rimangono abbastanza stabili”.
Il 20% circa dei pazienti è di sesso femminile. Ma, spiegano i dottori, “questo non significa che il problema delle dipendenze riguardi unicamente il 20% delle donne. Da quanto sappiamo la percentuale è circa uguale per entrambi i sessi”. Il 35% poi degli inserimenti arriva da fuori regione. L’età media delle persone accolte oscilla tra i 40 e i 60 anni. “Abbiamo notato però che nell’ultimo periodo arrivano richieste di ragazzi più giovani”. Al Cufrad possono essere accolte solo persone maggiorenni, i dottori comunque segnalano che l’età media è abbastanza stabile, ma di recente ci sono state accoglienze anche ragazzi tra i 18 e i 25 anni.
Un tema fondamentale che non si può tralasciare in questo discorso è quello della prevenzione, prevenzione che viene fatta in primo luogo attraverso un lavoro di rete. “Nessuno da solo salva nessuno”, Cufrad è un pezzo di un lungo percorso di cui fanno parte anche medici di base, ambulatori del Serd (Servizi per le Dipendenze), pronto soccorso e gruppi di auto mutuo aiuto. Ma, secondo i dottori Rossetti e Bozzato, “la sola informazione sul tema delle droghe non è abbastanza. Quello che abbiamo visto che funziona è accogliere qui al Cufrad gruppi di scolaresche che toccano con mano la realtà, ascoltano le testimonianze, vedono con i loro occhi dove porta la dipendenza. L’esperienza forte lascia qualcosa di duraturo”.
Chi avesse bisogno per sé o per i propri cari può contattare il centro Cufrad di Cuneo ai seguenti numeri:
0172 55294
331 24 60 501/2/3
338 193 88 88
e-mail: info@cufrad.it