“Ad oggi l’R0 in Piemonte è inferiore a 0,5, si può dire che stiamo andando piuttosto bene rispetto ad altre regioni italiane, anche se è necessario continuare a monitorare la situazione”. Lo ha detto Paolo Vineis, epidemiologo, professore all’Imperial College di Londra e responsabile dell’area di supporto alla pianificazione della “fase 2” dell’emergenza Coronavirus della Regione Piemonte.
Durante una videoconferenza che si è svolta oggi, martedì 12 maggio, sono stati illustrati i piani della Regione per gestire la fase delle riaperture dopo il “lockdown” e per tenere sotto controllo eventuali nuove “accelerazioni” del virus. Tra gli indicatori principali da monitorare il già citato R0, il numero medio di contagi prodotti da ciascun individuo infetto.
Il Piemonte ha stabilito delle “soglie di allarme”, il superamento delle quali potrà comportare nuove parziali misure di contenimento: le aree saranno quattro, “bianca”, “gialla”, “arancione” e “rossa”. Il monitoraggio verrà effettuato quotidianamente su base provinciale. Due i criteri principali, l’eventuale salita della curva dei contagi e l’avvicinarsi a 1 dell’indicatore R0.
Tra le “armi” sulle quali la Regione intende puntare per contrastare la diffusione del virus - ha spiegato il coordinatore della “task force” per la riorganizzazione della Sanità Ferruccio Fazio - l’implementazione del sistema di tracciamento dei contatti.
Per quanto riguarda le riaperture, dal 18 maggio lasciate alle decisioni delle singole Regioni, durante la videoconferenza è stato specificato che “per quanto riguarda il Piemonte la scelta delle date sarà effettuata dopo il confronto con il Ministero della Salute nei prossimi giorni, alla luce dei dati di monitoraggio”. Nell’ultima settimana la situazione in regione è sensibilmente migliorata: si è scesi sotto i 200 nuovi casi al giorno e la percentuale di tamponi positivi in relazioni a quelli effettuati è scesa al 3%: nella fase già critica dell’emergenza il dato sfiorava il 40%.