Con le operazioni di raccolta in corso nei castagneti delle valli cuneesi, Coldiretti Cuneo traccia un primo bilancio d’annata positivo nonostante una stagione poco favorevole per le castagne Made in Cuneo, con fiere e sagre a tema saltate per l’emergenza sanitaria in corso. Da un punto di vista quantitativo, nel 2020 Coldiretti registra un calo produttivo medio del 20% rispetto allo scorso anno per danni imputabili al clima: prima la nevicata del novembre 2019, il cui peso spezzò diffusamente i rami ancora carichi di foglie nei castagneti di tutta la Granda, poi le grandinate che nel corso dell’estate hanno colpito il nostro territorio a macchia di leopardo.
Buona, però, la qualità sinora riscontrata dei frutti, la cui raccolta proseguirà sino a fine ottobre nelle zone collinari e montane, mentre è terminata negli impianti di pianura. Sul fronte commerciale, se per gli ibridi eurogiapponesi i prezzi riconosciuti ai produttori sono risultati lievemente più bassi dell’anno scorso, si stanno attestando su valori interessanti le quotazioni delle storiche varietà locali, variabili in base alla pezzatura da 1,5 a 2 euro/Kg con punte di oltre 4,5 euro/Kg per i marroni.
“In un autunno avaro di occasioni di valorizzazione delle nostre castagne, a causa dell’annullamento di molte sagre e fiere dedicate, reso necessario dalla risalita dei contagi da Coronavirus, il nostro invito ai consumatori – dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – è di scegliere, oggi più che mai, castagne cuneesi in una delle tante e prelibate varietà locali”.
Tra le più apprezzate sul mercato figurano il Garrone Rosso, tipico dei boschi a sud di Cuneo da Peveragno a Borgo San Dalmazzo, e la Bracalla della Valle Varaita, con frutti di pezzatura medio-grande, dolci e saporiti. Molto ricercati anche il Marrone di Chiusa Pesio, prodotto di nicchia e di particolare pregio, e la Garessina della Val Tanaro, eccellente come castagna secca.
“Acquistare castagne locali, oltre a dare un sostegno concreto all’economia delle nostre vallate, mostra un segnale di attenzione alla tutela dell’ambiente e del paesaggio; significa, infatti, riconoscere il prezioso lavoro di cura dei boschi svolto dai castanicoltori, che mantengono viva una cultura contadina fatta di tenacia, passione e lunghe tradizioni familiari” conclude Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.
Nella Granda – ricorda Coldiretti Cuneo – si concentra l’80% dei 12.000 ettari di castagneto da frutto coltivati sul territorio piemontese, prevalentemente dedicati alle varietà locali, tipiche di valli e colline, mentre a quote inferiori crescono gli impianti specializzati in ibridi eurogiapponesi. Dal 2006 la nostra Provincia vanta il riconoscimento IGP per la “Castagna Cuneo”, produzione che coinvolge oltre 100 Comuni cuneesi ma attende ancora che il mondo commerciale la valorizzi come merita con azioni promozionali mirate.