Riceviamo e pubblichiamo.
NO secco alla recente proposta di revisione dello Statuto piemontese che vede come primo firmatario Paolo Bongiovanni, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale. L'emendamento, avanzato il 10 gennaio scorso, prevede testualmente: “Il Presidente può nominare fino a 4 sottosegretari per farsi coadiuvare nello svolgimento dei suoi compiti. I sottosegretari partecipano, senza diritto di voto alle sedute della Giunta, pur non facendone parte”. A parte l’aspetto curioso di partecipare alla Giunta, ma di non farne parte, di partecipare alla Giunta, ma senza diritto di voto. A parte, poi, il fatto che il Presidente ha già numerosi collaboratori che lo coadiuvano, è l’aumento dei costi della politica il vero nodo che vede la totale contrarietà di Monviso in Movimento. “La Regione Piemonte vuole nominare 4 mini assessori: costeranno 1 milione di euro in più”, titolava La Stampa l’articolo a firma di Maurizio Tropeano il 25 gennaio scorso. Questa proposta rappresenta un deciso passo indietro rispetto al taglio dei costi della politica intrapreso dalla Giunta Chiamparino nella passata legislatura. Non è poi conciliabile con l’attuale momento di difficoltà in cui vivono famiglie e imprese piemontesi, né risulta spiegabile ed accettabile agli elettori. Non convince infine il metodo: inserire, nel dibattito in corso sulla nuova legge elettorale, questa proposta, infilandola, per minimizzarla, quasi a volerla nascondere, nelle pieghe della riforma in discussione.
L’unica modifica che deve essere sostenuta, nella riforma elettorale in discussione, è la garanzia della doppia preferenza di genere come già previsto dalle norme statali per gli enti locali. Sempre che si arrivi a una nuova legge elettorale per il Piemonte prima delle elezioni del 2024.
Per la Segreteria il coordinatore di Monviso in Movimento Pierpaolo Varrone