Riceviamo e pubblichiamo l'intervento della dottoressa Chiara Rivetti, segretaria regionale del sindacato Anaao Assomed Piemonte, in replica ad alcune dichiarazioni dell'assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi sulla necessità di estendere gli orari di visite ed esami per abbattere le liste d'attesa.
L’assessore arriva in ritardo: i sacrifici che pensa di chiedere ai medici per abbattere le liste d’attesa, in realtà i medici li stanno facendo da tempo. Troppo. Come anche il lavoro di weekend, compreso Natale, Pasqua, Capodanno e Ferragosto: i medici stanno lavorando nei festivi dal giorno dell’assunzione, alcuni anche tre week end ogni mese.
Gli ospedalieri sono pochi e stanchi, ma continuano a garantire i servizi alla popolazione, regalando straordinario non pagato alla propria azienda, accumulando ferie e stress. Ora, premesso che continuiamo a criticare la logica con cui si affronta il problema liste d’attesa, perché non è certamente aumentando l’offerta di prestazioni che si abbatte l’attesa, ma solo controllando l’appropriatezza della domanda e l’organizzazione del sistema, il dubbio è: ci sono i soldi per finanziare queste prestazioni aggiuntive richieste su base volontaria oltre l’orario lavorativo?
Attualmente le Asl hanno un limite di spesa sulle prestazioni aggiuntive, fissato alla spesa del 2021, anno ancora flagellato dal Covid, in cui i turni pagati extra sono stati nettamente inferiori rispetto ai periodi successivi, e pagati meno. Con quale strumento si pensa di finanziare le prestazioni aggiuntive e con quali soldi? E ancora, queste prestazioni usufruiranno della tassazione agevolata o no? Questi nodi vanno affrontati subito e prima di qualsiasi altra iniziativa.
Infine, chiediamo che la richiesta di questi “sacrifici” sia realmente su base volontaria, perché le esperienze del recente passato ci suggeriscono che in alcuni casi il lavoro extra, da volontario si trasforma in un obiettivo, praticamente obbligatorio.
Dottoressa Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte