Una lettera inviata a tutti i parlamentari cuneesi e all’eurodeputato Alberto Cirio per manifestare con forza il disagio di tante aziende agricole della provincia alle prese con i ritardi nei pagamenti degli aiuti finanziari a copertura delle polizze assicurative, previsti dal Piano di sviluppo agricolo nazionale e collegati alla nuova Politica agricola comune (Pac) 2014-20 dell’Unione europea. Continua così il pressing della Confagricoltura di Cuneo per trovare soluzioni concrete ad una questione sempre più spinosa e pesante per l’economia agricola della Granda.
“Ai rappresentanti politici del nostro territorio chiediamo di farsi portavoce di un problema reale che sta provocando un disagio crescente tra gli operatori del comparto primario della nostra provincia – spiegano Enrico Allasia e Roberto Abellonio, presidente e direttore provinciale di Confagricoltura Cuneo –; noi siamo più che disponibili ad intraprendere insieme alle istituzioni un percorso comune e sinergico che possa portare a soluzioni concrete, ma il settore necessita di garanzie e risposte che al momento non si intravvedono all’orizzonte. In provincia di Cuneo si è registrato un sospeso pari a circa 10 milioni di euro e in diversi casi c’è chi sta attendendo i rimborsi di tre anni fa”.
Proprio in questi giorni i rappresentanti della Confagricoltura di Cuneo sono a Roma per verificare la disponibilità di alcuni interlocutori ad affrontare il problema e dare così una risposta alle tante aziende che da tempo sono in attesa. In “ballo” ci sono in alcuni casi i rimborsi del 2015, la metà circa delle imprese sta aspettando le somme del 2016, mentre ancora nulla si sa sul 2017. Tutto questo alla vigilia della presentazione dei Piani Assicurativi Individuali (PAI) 2018. “Confidiamo nella sensibilità sul tema dei nostri rappresentanti politici e siamo a loro disposizione per approfondire la questione e fornire maggiori chiarimenti – concludono Allasia e Abellonio –. È ormai evidente, tuttavia, come questo sistema di assicurazioni agevolate sia arrivato al capolinea, perché incapace di sostenere adeguatamente le aziende e non rispondente alle esigenze del settore, sempre più alle prese con dinamiche competitive complesse che richiedono a loro volta strumenti altamente efficaci, anche per quanto riguarda la copertura del rischio in agricoltura”.