CUNEO - Rivolta nel carcere di Cuneo, il sindacato Uspp: “Il modello delle celle aperte è un fallimento”

La sigla sindacale di Polizia Penitenziaria chiede arruolamenti “ancora più massicci” e interventi sulla sanità e lo sviluppo del lavoro per i detenuti

Redazione 13/11/2024 08:35

“Abbiamo evidenziato più volte come il modello detentivo delle cosiddette ‘celle aperte’ sia un fallimento e quanto sia difficoltoso, con il personale attualmente impiegato carente nel numero, così come lo sono i mezzi a disposizione per prevenire tali atti, mantenere l’ordine e la disciplina all’interno delle carceri italiane nonostante gli innegabili sforzi in atto del governo”: questa l’analisi a caldo del presidente del sindacato USPP Giuseppe Moretti, all’indomani dei fatti accaduti nel circondariale di Cuneo. A seguito di una rissa tra bande rivali si è instaurata una reazione a catena che ha portato alla devastazione di un’intera sezione detentiva e alla necessità di far confluire nell’istituto forze dell’ordine da tutta la provincia, che sono state impiegate unitamente ad unità del NIR in supporto alla Polizia Penitenziaria.
 
“Scene che non possiamo annoverare come criticità di natura ordinaria e che solo grazie alla professionalità del personale operante non hanno causato conseguenze ancora più disastrose” prosegue Moretti, parlando di “eventi che richiedono un attenta valutazione anche rispetto ai provvedimenti da assumere con urgenza ad integrazione di quelli che ci risulta saranno adottati a breve, con l’attuazione di un apposito manuale operativo e con il perfezionamento della costituzione dei Gruppi di Intervento Operativi (G.I.O.) che rappresenteranno una risposta a chi non rispetta le regole penitenziarie”. Occorre mettere in sicurezza gli agenti che lavorano nelle sezioni detentive, aggiunge il sindacalista, “ripristinandone il numero necessario attraverso arruolamenti ancora più massicci di quelli già licenziati dall’esecutivo”.
 
Proprio ieri il Consiglio Regionale del Piemonte ha ricevuto l’USPP e le altre sigle rappresentative della Polizia Penitenziaria, oltre al vice capo DAP Lina di Domenico e al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Antonio Galati, nel corso del quale - oltre ad evidenziare le principali criticità che affliggono le carceri piemontesi -, i dirigenti regionali USPP Luciano Giglio e Guido Pregnolato, esprimendo solidarietà agli agenti coinvolti nella rivolta di lunedì, hanno sollecitato interventi in materia di sanità penitenziaria, di sviluppo del lavoro dei detenuti quale elemento fondamentale per la risocializzazione degli stessi e misure di prevenzione del disagio lavorativo.
 
Per Moretti “l’auspicio è che oltre agli innegabili interventi a livello di governo centrale ci sia una sinergia di interventi coordinati con i vari livelli istituzionali territoriali e primo tra tutti le regioni, che possa ridare credibilità e autorevolezza all’esecuzione penale in carcere”. Perché, chiosa il presidente USPP, “senza sicurezza e legalità non si potranno mai raggiungere gli obiettivi dettati dall’art. 27 della Costituzione e il carcere continuerà ad essere a rischio implosione”.

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