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La Provincia sta continuando ad assumere personale, è un tema a cui teniamo molto, sentito da tutti i consiglieri. Abbiamo avuto negli anni un decremento del numero di collaboratori troppo grave per quelle che sono le competenze e le funzioni di questo ente. Ora stiamo tornando a crescere, con circa 320 dipendenti e concorsi ancora in corso". È uno dei passaggi salienti della conferenza stampa indetta per oggi, martedì ottobre, presso la sala Giolitti della Provincia di Cuneo, durante la quale il presidente
Luca Robaldo ha fatto il punto della situazione a un anno dal suo insediamento alla guida dell’ente. Un appuntamento organizzato all’indomani della visita cuneese del Ministro Roberto Calderoli, che presso la sede di Confindustria ha preso parte al
convegno dal titolo “La rinascita delle Province” proprio sul tema della riforma degli enti provinciali.
La Provincia di Cuneo nell’ultimo anno ha assunto 27 tra dirigenti, tecnici ed informatici e 6 esperti di strade, la gran parte under 35, mentre entro l’inizio del 2024 arriveranno 15 nuovi agenti di Polizia faunistica ambientale. “
È una Provincia che cresce”, ha ribadito il presidente Robaldo, che ha voluto anche ringraziare (oltre ai consiglieri) l’ex presidente Federico Borgna: “
La stragrande maggioranza delle cose di cui vi parlo oggi sono merito del suo lavoro”. Il presidente ha poi illustrato le
“questioni aperte”, i grandi temi che l’ente si trova ad affrontare, i grandi nodi da sciogliere per il futuro del territorio. Dalla situazione del Tenda bis e della ferrovia Cuneo-Nizza, con la creazione del Comitato di monitoraggio che ha sede proprio in Provincia, al tema della sicurezza stradale (“
Anche un solo morto sulle strade è uno di troppo”, ha detto Robaldo), dal coordinamento del servizio di raccolta rifiuti allo studio per la linea ferroviaria Torino-Savona, passando per gli interventi sull’edilizia scolastica, per la candidatura a Parco nazionale del Parco Alpi Marittime e per i temi legati al Trattato del Quirinale: “
Un trattato internazionale che deve definire la centralità di questo territorio sui problemi transfrontalieri, per noi è la strada principale per risolvere questi problemi”, ha spiegato il presidente della Provincia.
Robaldo ha poi analizzato alcuni dei grandi progetti legati alla viabilità: la strada del Vallone di Elva, per la quale è stato approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica, il terzo ponte sul Tanaro di Alba, la circonvallazione di Cherasco. Per quanto riguarda il tema strade, per Robaldo alla Provincia manca “il riconoscimento economico per fare manutenzione ordinaria e straordinaria”. La Provincia di Cuneo ha complessivamente 70 cantonieri per provvedere alla manutenzione di 3.119 chilometri di strada, il 40% dell’intera rete della Granda.
Poi il focus si è spostato sugli interventi di edilizia scolastica: la Provincia ha messo in cantiere tre nuove scuole a Bra, Cuneo e Mondovì, ricostruendo inoltre quelle di Fossano e Verzuolo (quest’ultima verrà inaugurata il 9 ottobre alle 8.30).
Altro grande tema sul tavolo della Provincia è quello della peste suina africana: “Forse all’inizio si era un po’ sottovalutato il tema, ora credo che abbiamo dato una svolta agli abbattimenti: nel 2022 sono stati abbattuti 871 capi, dall’inizio del 2023 più di 1400, con una cabina di regia che vede coinvolti diversi attori e associazioni di categoria”, ha spiegato Robaldo.
Poi c’è la “sfida” climate change, dopo un 2022 in cui la Granda ha vissuto un deifici idrico del 45%, che vede la Provincia impegnata su più fronti: “Certe opere non possono più essere rimandate. Che siano grandi o piccoli invasi, ci sono interventi da fare”, la posizione del presidente.
A chiudere l’analisi il delicato tema dei
conti. Si legge nella relazione consegnata ai giornalisti dopo la conferenza stampa: “
Dal 2010 le varie leggi di bilancio hanno previsto un obbligo forzoso di rimborso della Provincia a favore dello Stato a titolo di concorso alla finanza pubblica pari a circa 20 milioni. Nella sostanza con una mano lo Stato ci consegna poco più di 12 milioni come importo riconosciuto alla Provincia, con l’altra ce ne sottrae 20. Il rosso è di 7,5 milioni”.
“Ai fini della contribuzione alle casse dello Stato, la nostra Provincia riceve meno di quello che dà. Una verifica va fatta, non solo dal Governo ma anche dal Parlamento. C’è bisogno delle Province che conoscevamo, che potevano intervenire: serve un’iniezione di fiducia e di risorse”, ha chiuso Robaldo.