La decisione dei 28 leader Ue che hanno concordato di estendere per altri sei mesi le sanzioni economiche contro la Russia per il mancato rispetto dell'intesa di Minsk apre la strada alla rappresaglia di quella che anche dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, rimane la nazione più grande del mondo con l’embargo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari e il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia previsto dal decreto n. 778 del 7 agosto 2014, più volte rinnovato.
Il mercato russo è sempre stato molto importante per il nostro export, infatti, veniva esportato il 30% circa della produzione Made in Piemonte. A farne le spese anche la frutta, la verdura, i formaggi e il vino della provincia di Cuneo. Continuano, quindi, gli sconvolgimenti del mercato poiché anche gli altri Paesi che esportavano in Russia, come quelli nordici o dell’est Europa, ora, non potendolo più fare, mirano all’Italia, creando un sovraccarico di prodotti, che comporta un danno indiretto. Oltretutto, in questo modo si sta favorendo la diffusione di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con le eccellenze del nostro Made in Italy. Con il proseguire di questa situazione, continuano le difficoltà delle nostre imprese, i cui prodotti sarebbero fortemente richiesti da quella popolazione russa che apprezza i veri prodotti italiani e li valorizza.