Un forte incitamento a riappropriarsi del ruolo che gli compete, è arrivato agli imprenditori dal presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, ieri sera – mercoledì 20 dicembre, ndr – in apertura del tradizionale appuntamento degli auguri natalizi degli industriali cuneesi. La serata, resa possibile anche grazie al contributo di Ubi Banca e del Gruppo Gino, ha visto esibirsi sul palco del Teatro Toselli di Cuneo la Banda Osiris, che ha rivisitato in un ironico e imprevedibile percorso sonoro e visivo Mozart, il grande musicista austriaco emblema della genialità e della ribellione.
“Noi siamo quelle pietre che strette tra loro costruiscono l’arco del ponte, quel ponte teso tra l’interesse dell’industria e l’interesse del Paese – ha esordito il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola nel suo intervento, subito dopo la proiezione di un videoclip suggestivo e ricco di significato -. In noi, come in Marco Polo, riconosciamo la capacità di indicare la direzione, di saper interpretare e condurre il cambiamento. Lo abbiamo dimostrato con il piano Industria 4.0, dobbiamo farlo anche sul tema che deve sempre essere al centro della nostra attenzione: il lavoro. La nostra strategia deve essere quella di dare valore assoluto al lavoro”.
Il numero uno degli industriali cuneesi ha quindi proseguito spiegando come oggi il lavoro non può più solo essere inteso come relazioni industriali, da sempre il core business di Confindustria, ma anche e soprattutto formazione delle nuove figure professionali, strategia di inclusione sociale da realizzare in rete, supporto e stimolo alla riorganizzazione della forza lavoro, le cui logiche saranno stravolte dall’invecchiamento della popolazione lavorativa causato dall’allungamento dell’età pensionabile.
“Dobbiamo lavorare tutti per ridare all’imprenditore quell’immagine di protagonista positivo della società che anni di ideologie ci hanno tolto – ha proseguito -. Siamo il secondo Paese industrializzato dell’Europa, ma il primo come cultura anti-industriale. Per ottenere questo cambio di immagine, dobbiamo avere in primis comportamenti individuali che devono essere saggi, improntati a quel principio di responsabilità al quale devono essere ispirate le nostre vite”.
Gola ha quindi invitato la platea a riappropriarsi dell’idea di essere una borghesia illuminata, a riaffermare quel pensiero liberale che vede nella borghesia industriale, pur con tanti limiti e difetti, il centro propulsore del progresso dell’intera società.
“Noi siamo quella classe media che è l’unica capace di mediare gli interessi in campo per il bene comune – ha concluso -. Assumiamoci il compito di guidare la ricostruzione anche morale, prima ancora che economica, di un Paese che altrimenti è avviato sul viale del tramonto. È un compito che possiamo fare rafforzando ulteriormente i legami che ci tengono insieme, riscoprendo in noi l’atteggiamento di una gratitudine che va al di là dei complimenti”.