Riceviamo e pubblichiamo.
Passano i mesi, aumenta finalmente il numero di persone vaccinate e calano i contagi, i ricoveri ed i decessi per Covid. Una equazione semplice che presenta una pesante incognita legata alla carenza di personale.
Il problema del personale, che interessa gran parte delle Aziende sanitarie piemontesi, ha colpito in misura maggiore ed allarmante il territorio cuneese investito in pieno dallo tsunami della seconda ondata, caratterizzata in provincia dall'elevato numero di contagiati, personale sanitario compreso, ricoverati nelle terapie intensive e decessi. Un problema reale, nella drammaticità dei numeri, che ha impegnato e assorbito per lunghi mesi gran parte degli operatori sanitari delle Aziende sanitarie locali. Si registra in provincia una pesante carenza endemica di infermieri e medici – sono esaurite le disponibilità delle varie graduatorie - ed il personale in forza non è assolutamente sufficiente per continuare a garantire l' assistenza nei reparti Covid ancora aperti, il servizio nelle sempre più diffuse postazioni dedicate alla vaccinazione, il recupero delle lunghissime liste d’attesa per le altre patologie.
A quanto premesso si aggiunga una improvvida delibera della Giunta Regionale del Piemonte (D.G.R. n.11 – 3150) del 30 aprile scorso che ha imposto un tetto alla spesa per “prestazioni aggiuntive” , ovvero alle prestazioni volontarie extra orario del personale sanitario, il cui finanziamento dovrebbe essere garantito proprio dalle risorse destinate alle mancate assunzioni. In concreto ci troviamo di fronte ad una pesante limitazione alla spesa di fondi disponibili, che sarebbe sensata se applicata in periodi normali, assolutamente irragionevole in questo momento. Una grave disattenzione burocratica che porterà, se non corretta in tempi brevissimi, a ulteriori problematicità destinate ad aumentare le carenze già denunciate. Pensiamo in particolare ad un ulteriore allungamento delle liste di attesa, con inevitabili conseguenze per la salute dei cittadini, ed alla obbligata erosione dei fondi contrattuali destinati a finanziare le “indennità” agli operatori dei reparti Covid per i mesi relativi al 2021. Un danno per i cittadini che attendono pazientemente il proprio turno, una beffa per gli operatori , chiamati a moltiplicare i loro sforzi per far fronte a tutte le necessità. Ieri eroi, oggi dimenticati.
Basterebbe poco, nell’immediato, per limitare i danni e la beffa. Sarebbe sufficiente una dichiarazione ufficiale, un atto concreto dell’Assessorato o della Giunta Regionale che autorizzi immediatamente le Aziende Sanitarie a spendere i fondi a disposizione in prestazioni aggiuntive, così da retribuire le decine di migliaia di ore già sostenute dal personale dell’ASL CN1 nei mesi di marzo, aprile, maggio. Sarebbero al contempo garantite le prestazioni anche nei prossimi mesi, fino al termine dell’emergenza sanitaria o all'auspicabile reperimento del personale necessario. Se non si manifesterà rapidamente la volontà di risolvere il problema, inevitabilmente si aprirà una fase di denuncia e agitazione della categoria. Noi non dimentichiamo.
La segreteria della Funzione Pubblica CGIL di Cuneo