CUNEO - Sanità e nuovo ospedale, al via il presidio davanti al "Santa Croce": "La situazione è grave"

L'iniziativa di Cuneo per i Beni Comuni, Indipendenti e Cuneo Mia. Sturlese: "In Italia tre milioni di persone rinunciano a curarsi perché non hanno soldi. Una vergogna per cui la gente dovrebbe ribellarsi"

Andrea Dalmasso 28/08/2023 21:28

È iniziato stasera, e proseguirà almeno fino a giovedì, il presidio organizzato da Cuneo Mia, Indipendenti e Cuneo per i Beni Comuni di fronte all’ospedale “Santa Croce”, all’ingresso che si affaccia su via Bassignano. I rappresentanti dei tre gruppi consiliari saranno presenti per quattro giorni (e per quattro notti, in una tenda montata per l’occasione) per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sui temi del nuovo ospedale e della sanità territoriale. Oggi alle 18 le motivazioni e gli obiettivi dell’iniziativa sono stati presentati in una conferenza stampa a cui hanno preso parte circa cento persone: nel pubblico anche l’assessore Gianfranco Demichelis e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Ivano Martinetti.
 
Ad aprire la serie di interventi è stato Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Iniziamo una serie di giornate di presidio per sbloccare lo stallo che la città e il territorio stanno vivendo. Una situazione di stallo particolarmente grave perché ci troviamo in un momento complicato causato dalla pandemia e dalle carenze di personale che si sono verificate non da oggi: la situazione più pesante è quella della liste d'attesa, con l'abbandono delle cure da parte del 6% della popolazione. Significa che in Italia tre milioni di persone rinunciano a curarsi perché non hanno soldi. Una vergogna per cui la gente dovrebbe ribellarsi. Il sistema regge a stento grazie solo all’abnegazione degli operatori. Siamo al più basso livello europeo di finanziamenti per la sanità. Questo avviene perché si vuole favorire la sanità privata. La responsabilità non è solo di chi governa, ma anche di chi vota: si deve capire che questa è una questione fondamentale”.
 
La Regione nel mirino
 
L’intervento di Sturlese si è poi concentrato sul tema del nuovo ospedale. I tre gruppi consiliari che hanno organizzato il presidio, com’è noto, sono fermamente contrari alla scelta di spostare la sede del “Santa Croce” al Carle e di finanziarne la realizzazione tramite il partenariato pubblico-privato. Sturlese punta il dito contro la Regione: “Continuiamo a ribadire che l'unica scelta ragionevole è quella di rinnovare e ampliare questo ospedale. Il partenariato ha costi inaccettabili, con grossi rischi di denuncia alla Corte dei Conti. Chiediamo un cambio di rotta deciso: si impegnino le risorse, i 141 milioni già stanziati dalla Regione, su questa sede, recuperando anche i 32 milioni che lo Stato ha già stanziato per il 'Santa Croce' per interventi legati al rischio sismico e di incendi”. Sulla stessa linea l’intervento di Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Orientarsi verso un finanziamento privato, permettendo al privato di mettere piede nella gestione dell’ospedale, è un fatto che riteniamo grave. Affidandosi a fondi Inail si risparmierebbero circa 140 milioni, così invece si crea un danno al bilancio regionale. Non ne capiamo le motivazioni, anche se ne capiamo molto bene le conseguenze. Ci sono già state le dimissioni dell'intera direzione ospedaliera, seguite da quelle di decine di altri professionisti che lavoravano al ‘Santa Croce’: non c'è un caso simile in tutta Italia. Peraltro i nostri conti non sono mai stati smentiti da nessuno fino ad ora”. Il riferimento è alle dimissioni di Elide Azzan e Monica Rebora, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dell’azienda ospedaliera cuneese, arrivate la scorsa primavera.
 
L’invettiva di Boselli
 
Poi è stato il turno di Giancarlo Boselli, capogruppo degli Indipendenti, che ha dato vita a una vera e propria invettiva dai molteplici bersagli: “Speriamo che nei prossimi giorni ci sia la possibilità di confrontarci con quelli che dovrebbero essere i protagonisti della scena politica della nostra provincia, ossia i parlamentari. Spero ci venga a trovare la Sindaca, spero che vengano il commissario dell’ospedale Livio Tranchida e la presidente della Fondazione Ospedale Silvia Merlo. Abbiamo creduto che fosse il momento di dare un segnale forte, perchè la situazione è grave”. Nel mirino di Boselli, in primis, l’amministrazione regionale: “La Regione racconta da quattro anni di essere impegnata a fare il nuovo ospedale. Ad oggi, a parte la scelta della sede, non c'è un atto giuridico formale che lo certifichi. Abbiamo invitato l’assessore Icardi, ma è in Cina, impegnato a occuparsi dei problemi dell’agricoltura. Abbiamo invitato il presidente Cirio, ma è impegnato a lavorare per farsi rieleggere”. Poi il dito si è rivolto verso Patrizia Manassero: “C'è una responsabilità precisa del Comune e del Sindaco. La situazione è ferma da un anno, è un anno che noi sollecitiamo. La Sindaca ha recentemente rilasciato una dichiarazione, sollecitando a sua volta la Regione, cinque minuti dopo aver saputo della nostra iniziativa. È la vergogna che l'ha fatta muovere”. Un’intemerata, quella di Boselli, che si è rivolta anche verso l’amministrazione comunale in generale: “Un momento di riflessione va fatto anche da parte della maggioranza. Voi avete creduto alle storie che la Regione vi raccontava senza chiedere impegni precisi”, ha detto l’ex vicesindaco rivolgendosi direttamente all’assessore Demichelis, presente nel pubblico
 
Poi le critiche sulla scelta del sito del Carle: “Tutti i più grandi urbanisti continuano a dire che gli ospedali devono essere in città, qui ci sono tutte le condizioni per rinnovare l'ospedale a blocchi. La presenza dell'ospedale qui sorregge anche la vita e l'economia di questi quartieri. Toglierlo sarebbe un colpo mortale per le attività commerciali”. Boselli ha anche rivendicato il peso dei tre gruppi consiliari che hanno organizzato il presidio: “Siamo tre liste che quando si muovono insieme rappresentano il gruppo più forte della città, toccando il 20-22 per cento delle preferenze. Noi facciamo politica in mezzo alla gente, e questa città la vogliamo governare presto”.
 
Toselli: “Cambiare direzione è possibile”
 
A seguire l’intervento di Luciana Toselli, candidata a Sindaco per Cuneo per i Beni Comuni alle ultime elezioni: “In altre città la presa di posizione della maggioranza ha fatto cambiare la scelta. A Savigliano la giunta si è opposta al partenariato e l’ospedale verrà fatto con fondi Inail. A Cuneo ci sono anche lavori importanti in corso all'interno dell'ospedale, investimenti che andrebbero sprecati per mancanza di programmazione”. Sulla scelta del sito di Confreria: “La commissione che lo ha scelto era pilotata, non è mai stato fatto un vero studio di fattibilità sulla sede attuale”.
 
A chiudere l’intervento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Ivano Martinetti: “La Giunta da tempo voleva le firme per il via libera al partenariato. In effetti sono arrivate, ma sulle dimissioni di una lunga serie di professionisti, l’ultima appena pochi giorni fa con il forfait di un revisore contabile di lungo corso designato dal Ministero della Salute. La verità è ormai sotto gli occhi di tutti: il partenariato è insostenibile per i conti pubblici, con un canone spropositato da circa 50 milioni annui. È evidente che non si trovi nessuno disposto a metterci la faccia, la firma e nemmeno un timbro. Come se non bastasse, Icardi non ha ancora spiegato in quali termini risulti ancora in vigore la proposta di partenariato alla luce dell’introduzione del nuovo Codice dei Contratti. L’unico risultato raggiunto dalla Giunta è che si sono persi due anni senza combinare nulla. Si tratta di un tema importante non solo per Cuneo, ma per tutta la provincia".
 
Il presidio, come detto, proseguirà almeno a giovedì. I tre gruppi consiliari che l’hanno organizzato hanno invitato al confronto i rappresentanti politici del territorio, sia comunali che provinciali e regionali, oltre agli esponenti delle istituzioni, ai professionisti del “Santa Croce” e ai semplici cittadini intenzionati a dialogare sui temi del nuovo ospedale e della sanità pubblica.

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