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Leggiamo spesso di questo pseudo conflitto tra sanità privata e sanità pubblica. In questo mi rifaccio a quanto sostiene il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: la sanità privata è una costola del sistema pubblico, al suo servizio. Non c’è conflitto, ma collaborazione”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità
Luigi Icardi, intervenuto stamattina
all’inaugurazione del nuovo centro medico del Gruppo Cidimu a Cuneo. Un evento a cui ha preso parte il “gotha” del sistema sanitario cuneese: erano presenti, oltre a numerosi professionisti, i direttori generali di Asl e “Santa Croce”, Giuseppe Guerra e Livio Tranchida. In platea anche una folta rappresentanza della politica locale.
L’incontro, come detto, è stato occasione per toccare un tema spesso dibattuto, quello legato al rapporto tra sanità pubblica e sanità privata: “Dire che il sistema pubblico ha bisogno di quello privato non è l’ammissione di una sconfitta. - ha detto Icardi - In Piemonte abbiamo assistito a un grande incremento di prestazioni ambulatoriali nel sistema privato convenzionato: siamo passati dal milione nel 2018 al milione e mezzo del 2023. Siccome il sistema pubblico ha difficoltà a dare le risposte che oggi gli utenti chiedono, l’aiuto dei privati permette di ridurre le liste d’attesa, di drenare gli accessi al Pronto Soccorso. Questa è una garanzia per il mantenimento del servizio sanitario pubblico, un bene da tutelare per il nostro Paese. Anche il privato puro oggi ci aiuta: oggi il sistema pubblico, con il personale che ha, non è in grado di far fronte da solo alla richiesta che c’è”.
L’obiezione spesso avanzata è però che in un momento di forte mancanza di medici, la concorrenza dei privati possa portare ad un ulteriore impoverimento degli organici del sistema sanitario nazionale: “Il privato convenzionato è una costola del pubblico, noi controlliamo con il budget sia il fatturato che il valore delle prestazioni. Il fatto che i professionisti vengano pagati di più nel privato non è una novità, succede da tempo e succede anche all’estero, noi abbiamo tantissimi professionisti che si sono trasferiti in Svizzera, Germania, Inghilterra, dove hanno stipendi e prospettive di carriera migliori. Questo significa che la necessità di una riforma è urgente. L’ultima riforma italiana è del 1978, credo che i tempi siano maturi”.
Nel video l’intervista all’assessore Icardi.