Elide Azzan non lascerà la guida dell’ospedale Santa Croce e Carle. La smentita della diretta interessata alla nostra redazione, all’indomani delle indiscrezioni pubblicate da Lo Spiffero, non potrebbe essere più netta: “Smentisco categoricamente che abbia pensato o detto di andare via da Cuneo”.
La voce, attribuita dal giornale online a “rumors che arrivano sempre più insistenti dagli ambienti sanitari piemontesi”, è stata rilanciata anche in Consiglio comunale da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), coscienza critica riguardo al progetto del nuovo ospedale. Sturlese ha tenuto a precisare che ciò avverrebbe “senza gran dispiacere” da parte sua: non è un mistero che il feeling dell’ex primario ospedaliero con le figure succedutesi ai vertici della sanità cuneese, da Moirano fino ad Azzan, non sia mai arrivato alle stelle.
Ad ogni modo, l’ipotesi di un addio a breve del direttore generale è destituita di fondamento: “Basta verificare presso la Regione Marche chi siano le persone inserite negli elenchi dei direttori generali: chi non è in quell’elenco non è nominabile e sfido chiunque a trovare il mio nome”. Vero è che nelle Marche Azzan ha casa e affetti, ma questo non significa che sia in procinto di ritornarvi professionalmente a breve: “Ho un incarico di tre anni e ho intenzione di portarlo a termine, salvo che chi me l’ha dato non lo risolva”. La dirigente si è anche detta dispiaciuta che le voci siano state rilanciate nell’assemblea civica dall’ex collega: “Spiace che ci si permetta di dire queste cose, da me mai confermate. Chi le deduce ha fatto male i conti”.
Voci di corridoio (o di corsia) a parte, resta la questione del partenariato con i privati. L’ingresso nel progetto nuovo ospedale della Fininc di Matterino Dogliani è l’elefante nella stanza: al momento la proposta della holding narzolese è al vaglio di un advisor incaricato dall’azienda ospedaliera. Non è un mistero che la Regione, forte del placet espresso dall’Ires, caldeggi questa opzione. L’amministrazione comunale pare invece meno entusiasta della prospettiva: anche perché il privato in questa fase può giocare a carte coperte e questo, ammette la sindaco Patrizia Manassero, “complica per tutti noi la possibilità di avere in mano carte e numeri a cui guardare. Il PPP (partenariato pubblico privato, ndr) blocca la pubblicità degli atti presentati dal privato: non ci piace, ma è la normativa”.
L’annunciata conferenza dei servizi di venti giorni fa si è trasformata in corso d’opera in una più generica “conferenza d’intenti”, nel corso della quale si è visto un possibile rendering del nuovo ospedale e nulla più. “Ci è stato detto che la valutazione comparata sarà disponibile per fine gennaio” ricorda Manassero: in quella sede l’advisor si esprimerà anche su quale sia la formula più utile, se il finanziamento pubblico al 100% o la collaborazione con i Dogliani. Dubbi sulla “neutralità” dell’advisor vengono dal solito Sturlese: “Non mi pare sia completamente neutro. C’è una forte propensione verso questi partenariati per evidenti motivi, perché l’advisor lavora in questo campo e perché il ministero spinge in questa direzione”.
Tale preoccupazione ha spinto i consiglieri di Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia a chiedere un dibattito pubblico, secondo meccanismi normativi analoghi a quelli previsti per le opere finanziate dal Pnrr. Alla richiesta, poi bocciata dall’assemblea col voto contrario della maggioranza e l’astensione del centrodestra, si è accodato il gruppo Indipendenti: “Se la Regione non ha i soldi, - ha tuonato Giancarlo Boselli - come cittadini dobbiamo accettare che gli ospedali li faccia il privato?”.