Proposta di concordato in continuità aziendale approvata con l’87% dei voti favorevoli da parte dei creditori. È quanto comunica in una nota il gruppo Scarpe&Scarpe. L’istanza dell’azienda torinese era stata avviato presso il Tribunale Fallimentare del capoluogo regionale nel mese di aprile del 2020, quando il lockdown nazionale aveva messo in ginocchio una realtà già precedentemente in difficoltà.
Ora una volta: il concordato - si legge in una nota diffusa dall’azienda - ha ottenuto il 100% di voti favorevoli dai creditori della Classe 1 (Agenzia delle Entrate, Dogane, Monopoli e INPS) e quasi l’84% dai creditori della Classe 2 (Fornitori di prodotti e servizi, Banche e Factor). “L’approvazione a larga maggioranza della proposta concordataria da parte dei creditori rappresenta per Scarpe & Scarpe una dimostrazione di rispetto e fiducia, un passo fondamentale nel percorso che ha visto la società impegnata da quasi due anni, prima nello sviluppo e poi nella implementazione del piano di risanamento e rilancio”, ha commentato Cristiano Portas, Amministratore Delegato di Scarpe & Scarpe: “Nonostante il contesto di mercato fortemente perturbato dagli eventi pandemici, ora aggravato anche dalla guerra e dalla conseguente instabilità geo-politica, che ha causato gravissime ripercussioni sui costi dell’energia, delle materie prime e dei trasporti, stiamo iniziando a vedere i primi frutti del progetto di risanamento strategico e operativo avviato nel giugno 2020. Il risultato del voto dei creditori ci porta a considerare con ottimismo la prospettiva dell’omologa del concordato. Con tutti i colleghi e collaboratori lavoriamo intensamente, ogni giorno, con rinnovato spirito di squadra nella diligente implementazione del piano concordatario”.
Prosegue la nota: “Il piano concordatario propone il rimborso integrale dei creditori privilegiati, l’adempimento della proposta di transazione fiscale e contributiva ai sensi dell’art. 182 ter l.fall. e un rimborso fisso per i creditori chirografari pari al 16%, oltre a un possibile earn-out per un ulteriore 4%, basato sulla performance economico - finanziaria della società nell’ultimo anno di piano, e un 2% circa proveniente dalla vendita dei beni messi a disposizione dai precedenti amministratori”.
Il procedimento riguardava circa 1.800 dipendenti dislocati nei 153 punti vendita del paese, quattro di questi sono provincia di Cuneo: oltre a quello del capoluogo ci sono Borgo San Dalmazzo, Saluzzo e Savigliano, i quali impiegano tra i 30 e i 40 lavoratori.
“Con l’approvazione del piano industriale di risanamento ci avviamo verso un esito positivo di questa vicenda. - commenta Fabio Bove, segretario provinciale Uiltucs - Dipendenti ed ex dipendenti vedranno saldati i loro crediti, che ammontavano a una mensilità e mezza (più il Tfr che era rimasto ‘congelato’ per chi ha lasciato l’azienda). I punti vendita della nostra provincia hanno reagito bene a questo momento di difficoltà, possiamo dire che se la sono cavata: oggi non abbiamo notizie di possibili chiusure o riduzioni dei posti di lavoro”.