Pubblichiamo le riflessioni dell'ex senatore e sindaco di Cuneo Giuseppe Menardi.
Come d’abitudine ho trascorso il periodo di vacanza pasquale in Provenza. Per evitare il traffico del rientro ho programmato il ritorno il giorno di Pasqua. Per scongiurare le code sulla autostrada del Ponente Ligure - vedasi il messaggio di Briatore, bloccato in coda nella propria auto su quel tratto - ho deciso di concedermi una gita facendo il giro da Aix en Provence e poi scendere in Italia dal colle della Maddalena. È un percorso leggermente più lungo per la origine e destinazione del mio viaggio ma, oltre al vantaggio di evitare tutti i problemi di traffico, è un itinerario straordinariamente bello dal punto di vista ambientale.
Certamente la stagione non è quella propizia per vedere i colori: dalla lavanda all’intensa tonalità dei prati e delle piante, tuttavia è appagante perché la luce della Provenza è mitica e, in una giornata di sole com’è stata il giorno di Pasqua, si apprezza anche se fuori stagione. La ragione per cui scrivo queste poche righe però non è quella di descrivere una regione per motivi naturalistici, bensì quella di offrire qualche spunto di riflessione sullo sviluppo economico di due aree geografiche confinanti, con una popolazione che si assomiglia molto, anzi per grossa parte ha le stesse origini, ma che a sud e Nord delle Alpi ha dato risposte molto diverse ai tremendi problemi ambientali e perciò economici che segnano la nostra epoca. In particolare mi riferisco all’energia, all’acqua, e alle dirette conseguenze che queste due risorse hanno sull’ambiente a cominciare da quello più circoscritto dell’ambito regionale.
Riprendo perciò il mio viaggio che ha avuto inizio con una bella passeggiata in Cours Mirabeau a Aix en Provence fra le bancherelle dei brocantes, con il sottofondo delle voci delle contrattazioni e di qualche musicista di strada, in assenza completa del rumore delle auto assolutamente interdette alla circolazione o di altri mezzi di locomozione. Sono rimasto stupito perché, erano forse due o tre anni che non mi fermavo in questa città, e l’ho trovata completamente pedonalizzata, addirittura un intero corso di qualche centinaio di metri di lunghezza, com’è cours Mirabeau, totalmente rinnovato con i platani secolari completamente sostituiti.
La prima osservazione che mi è sorta spontanea, essendo stato negli ultimi quarant’anni fautore dei parcheggi sotterranei anche per la mia Cuneo, è la quantità incredibile di parcheggi sotterranei in pieno centro e variamente dedicati, tuttavia totalmente aperti al pubblico. Nessuno si sogna di straparlare dell’apertura di parcheggi esterni alla città con servizio di navette. Molto di questa attività è svolto dal servizio predisposto per il collegamento delle stazioni del trasporto extraurbano a cominciare dalla stazione dell’alta velocità. A nessuno è venuto in mente di aumentare la mobilità urbana spostando l’ospedale fuori città. Così come sono in corso di realizzazione in pieno centro i lavori di ampliamento della città giudiziaria.
Ma riprendiamo il nostro itinerario verso l’Italia entrando sulla autostrada A51. Percorsi 40 Km troviamo l’uscita per Cadarache. Nel mezzo della macchia mediterranea sorge il più grande centro di ricerca e sviluppo in Europa sull’energia nucleare. Tuttavia in esso vengono sviluppate anche le possibili nuove tecnologie dell’energia e della biologia vegetale ad essa applicata.
A Cadarache ci sono reattori nucleari a fissione tradizionali, ma da qualche anno è in attività ITER, cioè l’energia a nucleare prodotta per fusione come nel cuore del sole. La ricerca è in una fase di accelerazione e di ingegnerizzazione, purtroppo al raggiungimento dell’obiettivo della distribuzione ci vuole ancora un significativo intervallo temporale. Il tempo di una fotografia come testimonianza e riprendiamo l’autostrada sempre in direzione di Gap accompagnati dalla Durance che è il fiume che scende dalle Alpi e che alimenta e raccoglie le acque del troppo pieno del più grande bacino artificiale della regione de Haut Alpes: il lago di Serre – Poncon che si sviluppa per 20 Km. È questa un’opera di ingegneria idraulica, ambientale ed energetica straordinaria. Il canale è alimentato dal lago e utilizza in modo promiscuo l’acqua per 250 Km con una portata di 250 mc/s e sfocia nello stagno di Berre a Beau Shore. Il canale si chiama EDF – l’acronimo della compagnia elettrica francese - della Provence ed è utilizzato per l’irrigazione, per l’approvvigionamento di acqua potabile e per la produzione di elettricità. In sostanza tre funzioni fondamentali per l’ambiente e per l’economia. A queste peculiarità devono essere aggiunte le funzioni ludico sportive e turistiche che hanno rivoluzionato la vita complessiva di intere regioni, un tempo abbandonate e scarsamente popolate perché impervie e prive di qualsiasi prospettiva economica soprattutto se riferita alla agricoltura, non a caso ancora oggi apprezziamo lo gigot d’agneau di Sisteron.
In definitiva restando nel tema caro a chi parla di transizione energetica e tutela dell’ambiente, con quest’opera, i francesi oltre sessant’anni fa, hanno realizzato una infrastruttura completa. Dal punto di vista energetico: la fonte di energia più pulita è sicuramente l’acqua; sotto l’aspetto agricolo: la trasformazione di prati aridi in fertili frutteti è una risposta al presidio ambientale straordinario, permettendo agli abitanti di restare sul territorio; per la vita in generale delle persone avere una attrazione ludico-turistico-ambientale valida tutto l’anno è una opportunità straordinaria.
Il nostro viaggio prosegue prendendo la valle dell’Ubaye verso il colle della Maddalena e ci fermiamo per una birra a Barcelonette. È questa la patria dello sci alpino con le sue importanti stazioni sciistiche. Barcelonette è sempre una cittadina di montagna affascinante anche per il suo caratteristico aspetto architettonico, segnato dalla presenza di residenze costruite nei primi anni del 1900, al ritorno in patria, dai montanari locali che erano espatriati in Messico. Tra costoro, quelli che avevano fatto fortuna, erano tornati in patria ed avevano costruito queste sontuose dimore che oggi ammiriamo.
L’arrivo a Barcelonette ci permette però di accennare ad un importante progetto che potrebbe veramente modificare positivamente non solo due regioni transfrontaliere, ma cambiare le prospettive della mobilità fra il nord e il sud dell’arco alpino. Si tratta del collegamento autostradale fra la A33 in Italia e la A51 in Francia. Questo collegamento consentirebbe di evitare l’intasamento della Autostrada sulla riviera di Ponente e offrirebbe la possibilità di rendere il Sud Piemonte un vero hub, commerciale ma anche tecnologico. Il fulcro di detto collegamento sarebbe il traforo fra Pietroporzio e Sauze (Barcelonette).
Dopo Barcelonette affrontiamo la salita al colle della Maddalena e poi per settanta Km circa percorriamo la Valle stura fino a Cuneo. Un’ultima annotazione: in questo viaggio abbiamo percorso, in Francia, oltre 300 chilometri di strade nazionali, municipali ed autostrade, possiamo registrare che tutti i 300 Km erano perfettamente pavimentati e dotati di segnaletica, appena attraversato il confine ci siamo trovati in una situazione completamente capovolta di 180 gradi, ovvero non c’è stato un solo chilometro perfettamente pavimentato e corredato di opportuna segnaletica. La riflessione che vogliamo proporre con questo articolo è di stimolare il lettore a comprendere che i progetti infrastrutturali hanno ricadute fondamentali sulla vita fisica ed intellettuale di intere generazioni di cittadini, che la capacità di scegliere e di realizzare progetti significativi è molto più importante che non spendere molte risorse in un rivolo di piccoli interventi che sovente non accontentano nemmeno le piccole lobby che li propugnano.
Come dimostra il lago di Serre Poncon o la centrale di Cadarache si possono raggiungere una moltitudine di obiettivi con una sola opera infrastrutturale. È necessario però affidarsi a persone competenti, ovvero avere amministratori e politici capaci, consci di lavorare per obiettivi che si concretizzano non in una fase di campagna elettorale ma in anni di impegno costante e senza incertezze. Il possibile utilizzo di denaro che oggi l’Italia ha a disposizione con il Pnrr, potrebbe essere un eccezionale abbrivio perché opere come quelle che abbiamo descritto e che costano decine di miliardi di euro, ma valgono qualche punto di PIL che, come si dice è “tanta roba“, ma soprattutto sono durature per centinaia di anni e per la vita di milioni di persone, possano diventare una realtà anche per la nostra Nazione.
Sen. Ing. Giuseppe Menardi