"Non si cancellano diecimila anni di storia del vino che rappresenta uno degli alimenti più antichi sulle tavole di tutto il mondo, ora messo a rischio da scelte e politiche insensate a livello europeo e internazionale". È quanto afferma Coldiretti Cuneo in occasione della 55esima edizione di Vinitaly che prenderà il via domenica 2 aprile a Verona.
A partire dalle ore 9.30, di fronte all’ingresso Cangrande aprirà le porte Casa Coldiretti con in mostra, per la prima volta, la storia millenaria del vino passando per popoli, artisti, scrittori, scienziati e condottieri che nel tempo hanno raccontato il nettare di Bacco, che rappresenta un eccezionale motore di sviluppo dell’economia nazionale. Per l’occasione verrà presentato l’esclusivo report della Coldiretti sull’impatto della guerra in Ucraina con analisi e dati in Italia e all’estero, le nuove tendenze e tutti i risvolti occupazionali e produttivi di uno dei settori più dinamici del Made in Italy con un focus, insieme al Centro Studi Divulga, sui consumi degli italiani nell’ultimo anno.
Il conto alla rovescia è, quindi, iniziato per un evento che resta un’occasione unica per presentare al mondo le ultime novità del comparto, con la partecipazione di numerosi espositori dalla Granda al Padiglione 10 della Fiera.
“Non è semplice fare previsioni per il comparto vino dei prossimi mesi” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, che sottolinea: “Il 2022 ha chiuso molto bene dal punto di vista delle vendite, soprattutto all’estero dove le nostre aziende vitivinicole realizzano gran parte del fatturato, in linea con il trend nazionale che ha sfiorato quota 8 miliardi di export, ma a minacciare il successo commerciale dei nostri vini restano i tentativi di penalizzazione che arrivano dall’UE con le proposte di etichette allarmistiche sulle bottiglie”.
La tutela della salute non può tradursi in decisioni semplicistiche – spiega Coldiretti Cuneo – che criminalizzano tutti i prodotti alcolici giudicandoli dannosi a prescindere, senza distinguere l’origine dell’alcol, se da distillazione o fermentazione, e senza considerare la percentuale alcolica dei prodotti o le quantità consumate. Questi ingiustificati allarmismi rischiano di avere un pesante impatto su un patrimonio che si fonda sul lavoro di 6.500 imprese cuneesi e coinvolge 16.800 ettari di superficie vitata per una produzione di 100 milioni di bottiglie all’anno, perlopiù a marchio DOC o DOCG. Le conseguenze sarebbero gravi per l’economia, l’occupazione e il turismo delle nostre colline, ma anche per la cura del paesaggio.
Infatti, evidenzia il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu, “la produzione vitivinicola della Granda è sempre più attenta all’ambiente e al territorio, grazie ai nostri disciplinari The Green Experience e al progetto ECOLOG che portiamo avanti in collaborazione con il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che pongono al primo posto la sostenibilità reale e diffusa dal vigneto ai trasporti, attraverso l’impiego di energie rinnovabili, il risparmio e riciclo idrico, contribuendo a creare un paesaggio attrattivo e ospitale per l’enoturista”.