I ricavi aumentano, l’utile scende: è la sintesi del bilancio delle cinque farmacie comunali di Cuneo presentato in commissione dall’amministratore unico - ed ex assessore - Davide Dalmasso. Un bilancio riferito al 2023 e quindi in larga parte “ereditato” (Dalmasso subentrò a fine settembre a Gianpiero Conte), ma condizionato da una scelta che proprio a lui è stata sollecitata dai consiglieri.
A fine anno infatti si è provveduto a fare l’inventario: “Un lavoro impegnativo, - premette l’amministratore - perché i prodotti sono decine di migliaia, ma era da una decina d’anni che non si faceva questa conta fisica”. Ne è emerso un ammanco rispetto al presunto valore dei beni in magazzino pari a circa 84mila euro: spalmata su dieci anni, non è una grossa somma. Tanto più considerando che “era già prudentemente accantonato un importo di circa 70mila euro”. Ad abbassare di più la soglia degli utili ha contribuito un’altra voce, relativa alle mascherine anti Covid da “rottamare”: “Negli anni del Covid era stato fatto un enorme approvvigionamento di mascherine. C’erano un grosso numero di mascherine di stoffa che per un periodo andavano bene, poi sono divenute inutilizzate e inutilizzabili”.
Il valore è di circa 50mila euro, quasi pari all’intero ammontare - 56mila euro complessivi - dell’utile perduto: dai 172mila euro del 2022 si è passati così agli attuali 116mila euro. I ricavi, come si è detto, vedono comunque un segno più: 192mila euro di crescita rispetto al bilancio precedente. Nei primi otto mesi dell’anno in corso si registra anche un incremento dell’utile che dovrebbe tornare, stima la dirigenza, almeno ai livelli del 2022. Il trend positivo degli incassi è uniforme, ad eccezione della farmacia più “blasonata”, la 1 di piazza Europa: un dato spiegabile col fatto che le clientele tendono a seguire le farmaciste che cambiano sede e che il cambio d’indirizzo di uno studio medico incide in un senso o nell’altro. “Stiamo cercando di fare analisi più puntuali sulle contrazioni o meno” assicura Dalmasso.
AAA cercasi farmacisti: nel privato il lavoro è più “comodo”
Numeri a parte, il vero nodo è legato al personale: oggi ci sono 25 dipendenti, di cui 19 farmacisti (diciotto donne e un uomo), quattro magazzinieri, un’addetta alle pulizie e un amministrativo. Ma i camici bianchi comunali patiscono la concorrenza della farmacia ospedaliera, oltre che dei privati: “Scontiamo il fatto di avere vincoli dovuti alle nostre caratteristiche: gli orari differenti tra le farmacie, la mancanza di un giorno fisso di riposo. Alcuni farmacisti si muovono per coprire i turni e tutte le domeniche sono lavorative”. Ciononostante, aggiunge l’ex esponente centrista della giunta Borgna, “il personale è stato molto ringiovanito e tutti sono molto operativi, disponibili e collegati con l’organizzazione interna”. La graduatoria dell’ultimo concorso è esaurita, perciò se ne attende un altro entro il 2025. L’anno nuovo porterà anche una ristrutturazione sulla farmacia del San Paolo, la struttura più datata.
Magazzini pieni e farmacie “tuttofare”: il dibattito è aperto
Un tema molto discusso dai consiglieri è relativo alle scorte: “Mi è stato più volte detto che il magazzino delle farmacie comunali è esorbitante. - premette Dalmasso - Ho fatto verifiche interne e con farmacie private, se calcoliamo che abbiamo cinque farmacie non è così”. A pesare da questo punto di vista, dice, è soprattutto il fatto che le utenze sono molto diverse: “La farmacia del centro commerciale Grande Cuneo vende tantissimi parafarmaci e prodotti cosmetici, la farmacia 1 di piazza Europa metà e metà, la farmacia 3 di San Paolo vende praticamente solo farmaci e pochissimi parafarmaci. Come in tutte le farmacie gli scaduti ci sono, alcuni vengono scambiati e altri mandati al macero e parzialmente rimborsati, a seconda delle varie ditte da cui ci approvvigioniamo”. L’amministratore promette comunque che il discorso sull’approvvigionamento verrà affrontato, sviluppando nel contempo “i settori che sono nelle caratteristiche delle farmacie comunali: l’holter pressorio e l’elettrocardiogramma, ad esempio, che tutti si stanno formando per poter fare”.
Anche su questo punto molti storcono il naso, a cominciare dall’ex primario ospedaliero Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Nelle farmacie c’è una lobby fortissima che tende a coprire ruoli impropri: mi riferisco a tutti gli esami a cui si può adire, tra holter ed elettrocardiogrammi. Questa ‘supplenza’ potrebbe andare bene in qualche farmacia di montagna, ma estesa in maniera indiscriminata non è altro che un invito al consumismo”. “Trovo strano - concorda Silvano Enrici (Centro per Cuneo) - che un elettrocardiogramma sia responsabilità delle farmacie comunali, mi aspetterei che lo facesse un cardiologo”. Anche Stefania D’Ulisse di Cuneo Solidale Democratica, medico ospedaliero, dà ragione al collega Sturlese: “L’elettrocardiogramma bisogna anche saperlo interpretare”. Il motivo lo spiega Luciana Toselli (Cuneo per i Beni Comuni): “Si può avere un elettrocardiogramma apparentemente patologico per un pregresso infarto, che invece non è tale”. Dalmasso replica: “Da quando le farmacie hanno cominciato a fare vaccini per il Covid altre funzioni sono state demandate, giustamente o no: posso essere d’accordo sul fatto che alcune non dovrebbero esserlo, ma se c’è un vuoto qualcuno lo copre”.
Via l’infermiere, dentro la nutrizionista. Ma i servizi vanno comunicati meglio
Si parla anche di servizi, quelli che non ci sono più e quelli che invece restano: “Avevamo inserito la presenza di un infermiere, - ricorda Dalmasso - ma non abbiamo più la ‘materia prima’: di conseguenza, non si è potuto continuare questo servizio. In compenso abbiamo trovato un accordo con una nutrizionista che fa visite periodiche nelle farmacie”. Dal punto di vista sociale continua la distribuzione dei kit per i nuovi nati, comprensivo delle lezioni di acquaticità gratuite per i bambini, in collaborazione con le piscine. Per le neomamme c’è anche un apposito corso: “Sulla promozione di queste attività dovremmo essere più proattivi: non lasciarla solo alla comunicazione del direttore con la mamma che viene in farmacia”.
Nel frattempo si continua a monitorare l’andamento anche sul piano finanziario: “Abbiamo report quotidiani sulle singole farmacie: sappiamo quanti scontrini facciamo e quante persone entrano al mattino, pomeriggio e sera. Il personale è già abbastanza suddiviso in base a questi criteri, la farmacia Movicentro ad esempio ha solo due farmacisti che si alternano e il magazziniere part time”. Nel 2026 ci sarà da rinegoziare i canoni di affitto, a dieci anni dall’ultimo aggiornamento che aveva visto i costi per gli immobili crescere da 200 a 260mila euro.