Chi aveva scommesso che la ‘tavola rotonda’ sull'emergenza migranti e senzatetto organizzata dai Salesiani di Cuneo sarebbe stata il redde rationem di un’estate ricca di polemiche si è sbagliato di grosso. La serata di ieri, venerdì 2 ottobre, è stata invece, per dirla con le parole del moderatore Pietro Carluzzo: “L’occasione per instaurare un dialogo costruttivo”. Il forfait dell’ultimo minuto dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi (sostituito dal direttore dell’Asl CN1 Salvatore Brugaletta) non ha scalfito l’umore degli organizzatori, in quanto la sala ha registrato il tutto esaurito. Oltre a Brugaletta sul palco sono saliti il questore Emanuele Ricifari, il sindaco Federico Borgna, il delegato pastorale migranti e sociale delle diocesi di Cuneo e Fossano, don Flavio Luciano, Elisa Gondolo (cooperativa Momo), Sandro Durando (Confcooperative), Davide Masera (Cgil) e Roberto Bianco (Coldiretti).
In apertura il saluto del vescovo di Cuneo e Fossano, Piero Delbosco: “Sono venuto per imparare e ascoltare”. Poi è toccato a Ibrahim, lavoratore della frutta da circa un anno, portare la sua testimonianza: “In Italia si parla molto di immigrazione, ma senza lasciare spazio alle voci dei migranti”.
In seguito è stato il turno dei relatori, che hanno risposto alle domande del moderatore prima e del pubblico poi: tre giri di interventi, due minuti a testa e molto fair play.
Tutti concordi nell’individuare in un allargamento del protocollo provinciale sull’accoglienza degli stagionali della frutta un punto da cui ripartire il prossimo anno. “Su 18 mila contratti il problema degli alloggiamenti riguarda 500-600 persone, se riuscissimo a coinvolgere i 34 comuni il problemi si sgonfierebbe”, ha detto il presidente di Confcooperative, Sandro Durando. Quest’anno sono soltanto 8 i Comuni che hanno aderito (tra cui Cuneo e Saluzzo), accettando di farsi carico dell’ospitalità diffusa. "Il tavolo tecnico della Prefettura è il grimaldello con il quale si può dare una risposta concreta” gli ha fatto eco Salvo Brugaletta.
Tanti i temi affrontati. Dal caporalato fino alla richiesta di arrivare a definire con anticipo la domanda di manodopera delle aziende ortofrutticole del territorio per programmare l’accoglienza. “Ci sono annate più produttive, altre meno: è difficile fare una previsione del fabbisogno”, ha controbattuto Bianco.
Il tema che fino alla vigilia era il più caldo (l’ordinanza antibivacco n.d.r.) è rimasto ai margini. “Ha reso più complessa la possibilità di avvicinare le persone, rendendole meno visibili a noi del terzo settore - ha detto Elisa Gondolo della Cooperativa Momo - Oggi le persone sono in altri posti della città ma non si vedono (dopo lo sgombero del Movicentro n.d.r)”. A prendere le difese del provvedimento, nonostante la presenza del Sindaco, è stato il Questore: “Il primo cittadino è stato applaudito da alcuni e criticato da altri per l’adozione delle ordinanze sindacali - ha detto Ricifari -, ma osservo da tecnico che non ho sentito fare un commento da parte di qualcuno che conoscesse questa legge, a parte chi l’ha adottata”.
Alla fine l’impressione è che si sia messa tanta carne al fuoco, anche mischiando situazioni molto diverse tra loro, come Cuneo e Saluzzo: “Bisogna distinguere tra braccianti e aspiranti tali”, ha aggiunto Borgna a un certo punto del dibattito, ma il tema fondamentale, come individuato, resta l'ampliamento del tavolo provinciale a tutti gli interlocutori. A trovare la sintesi è stato don Flavio, l’unico a raccogliere applausi: “Se per le vie della città dormono per strada più di cento persone dobbiamo vergognarci, significa che la nostra società ha problemi seri”.