BORGO SAN DALMAZZO - 'Se l'area dei Camorei fosse comunale, saremmo già intervenuti' (LE FOTO)

Un 'luogo del cuore' per molti abitanti di Borgo San Dalmazzo oggi abbandonato a sè stesso. Il sindaco Beretta: 'Non possiamo intervenire su proprietà private'

Andrea Dalmasso 03/07/2018 12:05

Per decenni un vero e proprio “luogo del cuore” per tante generazioni di borgarini, oggi l'area della sorgente dei Camorei risulta in stato di abbandono. La vegetazione ha occupato il sottobosco e i sentieri che conducono alle “spiaggette” lungo lo Stura, facendosi spazio anche verso l'area attrezzata per i pic-nic. La zona di fronte alla fonte (anch'essa ormai inghiottita dalla vegetazione), è ridotta ad un acquitrino fangoso a causa di una perdita d'acqua, che fuoriesce direttamente dal terreno e allaga l'area circostante. Acqua bevuta per secoli dagli abitanti di Borgo, ma che come segnalato dal cartello posto dal Comune oggi non è più soggetta a controlli. Si tratta, insomma, di un vero e proprio pezzo di storia di Borgo San Dalmazzo sostanzialmente abbandonato al proprio destino.
 
Situata sulla sponda destra dello Stura, le prime informazioni sulla sorgente dei Camorei di Borgo San Dalmazzo risalgono addirittura all'epoca pre-romana: secondo gli storici era proprio a questa fonte che i Liguri Bagienni, tra le prime popolazioni insediatesi nel sud del Piemonte, usavano rifornirsi di acqua. Una fama, quella della fonte borgarina, che affonda quindi le sue radici nella notte dei tempi, alimentata, in epoca più moderna, dallo stabilimento fondato da Carlo Parola nel 1874 in via dietro le Mura, l'attuale via Lovera, dove con l'acqua dei Camorei si producevano bibite, spume e la celebre birra Parola. Nel secondo dopoguerra, poi, l'area divenne una sorta di “lido” dei borgarini, luogo scelto per pic-nic, scampagnate domenicali e pomeriggi estivi in riva al fiume. 
 
Negli ultimi anni, però, per il luogo al quale tantissimi borgarini sono tutt'ora affezionati, è arrivato un rapido declino. Alcuni lettori hanno segnalato la situazione, auspicando l'intervento dell'amministrazione.
 
Il Comune, però, non ha “poteri diretti” per poter intervenire su quell'area. Lo spiega il sindaco Gianpaolo Beretta: “Il Comune ha la proprietà della sola strada che conduce a quell'area, che poi è composta di tanti piccoli appezzamenti che appartengono a diversi privati, alcuni dei quali vivono all'estero. La stessa fonte è di proprietà di una società privata, ed è oltretutto priva di una vasca di accumulo che permetterebbe di effettuare rilievi sulla qualità dell'acqua. Il Comune non può intervenire su proprietà private”. Insomma, per “salvare” i Camorei serve la volontà dei proprietari: “Se l'area dei Camorei fosse comunale saremmo già intervenuti, ma al momento non possiamo farlo”, conclude il primo cittadino borgarino. Al momento, insomma, non sono in previsione interventi.
 
Al di là delle responsabilità della situazione, una riflessione sorge comunque spontanea: chi ha la possibilità di intervenire – che siano direttamente i proprietari, oppure l'amministrazione in veste di “intermediario” con gli stessi privati - deve farlo, perchè un pezzo di storia borgarina come la fonte dei Camorei merita senz'altro un trattamento migliore di quello ricevuto negli ultimi anni, quello che ha portato alla situazione attuale.  


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