I reparti con maggiore necessità di appoggiarsi alle coop sono il Pronto Soccorso, seguito dalla Pediatria, Ginecologia, Rianimazione e Radiologia. Ma a questi si aggiungono dati inediti e spia di una situazione sempre più grave. Se nel 2020 le specialità che dovevano esternalizzare erano 7, nel 2022 raddoppiano, salendo a 14. In particolare, dal 2022 compare la spesa di oltre un milione di euro per la Psichiatria, che negli anni prima non c’era e in un solo anno decuplica la spesa per la Neurologia, che arriva subito a oltre 600 mila euro. Oltre a questi, per riuscire a gestire i reparti, iniziano a doversi appoggiare a medici a gettone anche l’Oncologia, la Nefrologia e la Medicina Interna. La spesa per i reparti di medicina quadruplica in 2 anni, stessa cosa per l’ortopedia. La spesa totale per i medici a gettone aumenta dal 2021 al 2022 del 130%, ben più del doppio. Parallelamente, si riduce la spesa per il personale dirigente del ruolo sanitario: -15 milioni.
Da notare che la spesa per i medici a gettone è inserita in Bilancio sotto la voce “beni e servizi” e non sotto il capitolo “personale”, che invece ha dei vincoli di spesa ben precisi: non deve superare la spesa del 2004, ridotta dell’1,4%.
Quindi, negli ultimi anni in Piemonte si è speso meno per i medici dipendenti ed è aumentata la spesa per i gettonisti. Ma scegliere di sub-appaltare i servizi ad agenzie di somministrazione lavoro costa non solo in termini economici, ma anche di qualità del lavoro. Perché rovina l’ambiente di lavoro: il senso di equipe e la possibilità di formare un gruppo affiatato viene meno con le prestazioni occasionali di colleghi che oggi ci sono e domani non più. Perché i medici a gettone non conoscono l’organizzazione della struttura, le procedure, il software di gestione delle cartelle dei pazienti e l’azienda non ha alcun interesse ad investire nella loro formazione, essendo solo di passaggio. Perché gli ospedali delegano la valutazione delle competenze dei medici alle cooperative stesse: mentre i dipendenti devono avere la specialità e superare un concorso, ai medici delle coop spesso è solo richiesto di essere iscritti all’Ordine. Infine, demotiva il personale dipendente, che lavora gomito a gomito con colleghi che guadagno il doppio e hanno contemporaneamente molta più autonomia e flessibilità di orari. La presenza delle coop, in aggiunta ai carichi di lavoro insostenibili e alla scarsa valorizzazione delle professionalità, porta al fenomeno delle grandi dimissioni: in Piemonte quasi un medico al giorno decide di dimettersi volontariamente dal SSN. A questo si aggiunge il draconiano taglio delle pensioni della Legge Finanziaria, che porterà molti colleghi a decidere di anticipare la quiescenza a gennaio, per evitare le pesanti decurtazioni.
Insomma, se si è deciso di smantellare il Servizio Sanitario Nazionale, la strada è quella giusta.
Dr.ssa Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte