Il campanello d’allarme arriva dalle frazioni dell’Oltregesso, ma il problema è ben più ampio e non riguarda solo questo o quell’istituto. “I dati emersi dalle iscrizioni alle classi prime della scuola primaria dei plessi delle frazioni dell’Oltregesso evidenziano un continuo calo del numero degli alunni” denuncia l’interpellanza della consigliera comunale di Centro per Cuneo Maria Laura Risso.
Un risultato tanto più preoccupante se si considera che proprio queste sedi, come quella della scuola primaria di Bombonina dove Risso insegna come maestra, hanno sperimentato innovazioni didattiche importanti per attirare nuovi alunni, dal metodo montessoriano alla ‘scuola senza zaino’: “Tali proposte, seppur fortemente apprezzate dalle famiglie delle frazioni, non hanno fatto da collettore rispetto agli altri territori”. La risposta dell’assessore ai Servizi scolastici Franca Giordano non lascia spazio a fraintendimenti: non manca la buona volontà, mancano i bambini. Dai 479 nati del 2013, che frequentano in quest’anno scolastico la prima elementare, si è passati ai 370 del 2019 in tutto il comune di Cuneo.
È ovvio che la cosa avrà ripercussioni ancor più rilevanti tra qualche anno, quando cioè saranno gli attuali neonati ad approdare sui banchi. Nello specifico dell’Oltregesso, spiega Giordano, “l’analisi dei dati a Borgo San Giuseppe per quest’anno scolastico conta 80 bambini iscritti alle classi prime nei diversi plessi: quelli nati nel 2019 sono invece 51”. Il declino demografico non è più una questione transitoria o limitata ai territori montani, tant’è vero che le pluriclassi nate in origine per salvare i piccoli presidi scolastici in quota oggi sono ‘migrate’ in pianura - e non certo per effetto del cambiamento climatico. “Dobbiamo tener conto di questo - conclude l’assessore - è inutile fare proposte di innovazione didattica come la ‘scuola senza zaino’ e il metodo Montessori se mancano le possibilità di far spostare i bambini dal centro alle frazioni”.
Punta il dito contro la denatalità anche l’assessore ai Fabbricati e alla rigenerazione urbana Mauro Mantelli, sottolineando come il problema delle manutenzioni scolastiche sia già stato sollevato in sede di dibattito sul bilancio comunale: “Spendiamo più di 200mila euro all’anno ma c’è un problema di denatalità e un metodo didattico tuttora incentrato sulle lezioni frontali”.
Il problema delle classi sempre più vuote, tuttavia, si salda a quello delle sedi sempre più vecchie: “Non possiamo nascondere - osserva Risso - che diversi edifici nelle frazioni, destinati alle attività didattiche richiedono continua manutenzione che appare sempre insufficiente ai bisogni concreti, con costi che lievitano in presenza di edifici ormai parzialmente utilizzati e non adeguati agli standard attesi, che non prevedono spazi sufficienti ed idonei per svolgere le attività di insegnamento”.