Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell'associazione degli autotrasportatori Astra Cuneo.
La pandemia da Covid-19 ha svelato ciò che era già sotto gli occhi di tutti ma che la quotidianità e la normalità tendevano a dare per scontato. Senza autotrasporto una società, un’economia, uno Stato non sono in grado di funzionare. Sì, perché si può resistere in casa senza prendere un aereo o un treno ma non si può sopravvivere senza cibo, senza generi di prima necessità, senza carburante. Giornalisti, politici, economisti tutti ripetono che non sarà più come prima, che occorrerà ripensare il nostro modo di produrre e di vivere. Il tempo ci dirà se queste previsioni saranno esatte, sicuramente dopo questi due mesi di
emergenza e all’alba della cosiddetta fase 2, è possibile trarre delle considerazioni sul mondo dell’autotrasporto.
“Lo choc economico che stiamo vivendo è peggiore rispetto alla crisi del 2008, in quanto allora le aziende arrivavano da un contesto economico migliore. In altre parole - commenta Diego Pasero Presidente di Astra Cuneo - Associazione Trasportatori - c’era ancora del fieno in cascina per rispondere alla crisi”. “Oggi si arriva da oltre un decennio - continua Pasero - di ribassi dei prezzi delle tariffe di autotrasporto, resi possibili dalla concorrenza dei vettori dell’Est Europa, dalla delocalizzazione delle imprese italiane, da una filiera di imprese nazionali spesso del Sud Italia dove elusione ed evasione contributiva sono i motori di un
dumping senza freni”.
Il ritorno alla “nuova” normalità non dovrà contemplare la stessa situazione, la percezione che il consumatore e il grande pubblico hanno del trasporto dovrà evolvere. Oggi il cittadino/consumatore non tiene minimamente in conto il valore e quindi l’incidenza economica del trasporto, le grandi aziende della new economy pubblicizzano la consegna subito e sempre a costo zero, la grande committenza che si riempie la bocca di sostenibilità ecologica e sociale è pronta a speculare sulle tariffe ai danni delle imprese in regola e degli autisti sia autonomi che dipendenti. La parola d’ordine è risparmiare, intanto qualcuno che farà il lavoro si trova sempre.
Anche oggi in piena emergenza Covid, nonostante gli imprenditori e i lavoratori dipendenti del comparto abbiano dimostrato un altissimo senso di responsabilità garantendo i rifornimenti della catena alimentare e quindi la tenuta sociale dell’Italia, l’autotrasporto è alle prese con ritardi di pagamenti che spesso e volentieri rasentano forme di ricatto. “Non siamo abituati a piangere ma a lavorare e a creare impresa - conclude Pasero - il momento è difficilissimo con un calo dei volumi di traffico mediamente del 50% con punte ancora più elevate in altri segmenti del trasporto. Così come si sta giustamente ragionando di riportare in Italia e in Europa intere filiere produttive delocalizzate all’estero, occorre ridare centralità al trasporto e alla logistica nazionale. Chiediamo quindi strumenti che impediscano
la presenza sul mercato di tariffe chiaramente fuori da ogni logica di rispetto dei costi di esercizio di un’impresa di autotrasporto, un allineamento del costo del lavoro tra i Paesi della vecchia Europa e quelli dell’Est, un aggiornamento della normativa europea sui tempi di guida e di riposo nati per tutelare la sicurezza stradale e la concorrenza ma oggi divenuti talvolta un ostacolo per il benessere stesso del conducente”.
Insomma, tante questioni sul tavolo e una sola certezza: quando vedrete un mezzo pesante sulla strada, non consideratelo più un ostacolo e un problema, ma pensate all’utilità sociale ed economica che sta circolando su quelle ruote e sulla professionalità di chi le sta guidando.