Nell’intera giornata di ieri (mercoledì 24 maggio), la Guardia di Finanza di Cuneo, sotto la costante direzione della locale Procura della Repubblica, ha avviato una serie di operazioni di polizia conclusesi con l’esecuzione di 9 misure cautelari restrittive della libertà personale (tra cui 5 arresti domiciliari e 4 obblighi di dimora), e la notifica di 17 avvisi di garanzia, nei confronti di alcuni personaggi coinvolti, a vario titolo, nella realizzazione del c.d. Tenda Bis, indagati per i reati di furto aggravato, frode in pubbliche forniture e detenzione illecita di materiale esplodente.
L’attività, svoltasi necessariamente anche sul territorio francese con il supporto della Gendarmeria di Marsiglia - a seguito di rogatoria internazionale richiesta dalla Procura della Repubblica di Cuneo alla Procura di Nizza - ha consentito, oltre ad eseguire le misure cautelari personali, di sottoporre a sequestro probatorio l’intero cantiere su entrambi i versanti, nonché il complesso delle opere di contenimento antistanti il tratto del tunnel attualmente utilizzato dagli utenti stradali.
L’operazione trae la propria origine, nel mese di settembre 2016, da un serrato controllo economico del territorio attuato in modo permanente dal Corpo lungo le principali direttrici commerciali che interessano i traffici delittuosi transfrontalieri, da una meticolosa analisi della documentazione acquisita nel corso dei controlli amministrativi esperiti sui vettori in transito ed una rilevante attività di intelligence compiuta dal Nucleo Mobile della Compagnia di Cuneo. Tale raccolta ’informazioni ha portato alla luce un sistema di vendita occulto di manufatti in ferro e acciaio destinati alla costruzione della nuova galleria del Tenda, provenienti dal cantiere ubicato a Limone Piemonte.
I successivi riscontri effettuati sul territorio, suffragando le iniziali ipotesi investigative mosse dai militari della Caserma Cesare Battisti, consentivano di avviare le operazioni tecniche di captazione di conversazioni telefoniche grazie alle quali è stato possibile contestare ad alcuni soggetti operanti nel cantiere l’esecuzione di numerosi e reiterati delitti contro il patrimonio, in particolare l’illecita sottrazione per la successiva rivendita di una serie di manufatti ed elementi strutturali in metallo (centine, piedritti, tondini zigrinati, micropali ed altri profilati destinati al nuovo traforo) necessari per l’esecuzione a regola d’arte del nuovo Tunnel; fra tali soggetti, ricoprenti incarichi direttivi e non, risultano sia dipendenti della società consortile esecutrice dei lavori che dipendenti della società aggiudicataria dell’appalto (Grandi Lavori Fincosit S.p.A.).
In tale contesto, venivano altresì raccolti gravi elementi sulla realizzazione di una serie di condotte fraudolente ai danni del cantiere su entrambi i versanti , condotte riconducibili ai reati di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 del Codice Penale); secondo gli investigatori una pluralità di opere e di lavorazioni sono state eseguite secondo modalità difformi al progetto esecutivo, utilizzando materiali e manufatti di bassa qualità, con la complicità di chi era deputato a controllare il corretto avanzamento dei lavori.
Nello specifico, limitatamente al periodo delle investigazioni, è stato possibile accertare la sottrazione di 200 tonnellate di materiale ferroso dal cantiere, corrispondente a un valore prudenziale quantificato in oltre 100.000 euro, che poi è stato rivenduto a soggetti raccoglitori di metallo operanti nelle province di Cuneo e Torino, procurando in tal modo un indebito guadagno alla compagine criminale ; ciò previa compilazione di F.I.R. (formulari di identificazione rifiuti) recanti dati incompleti, falsi o comunque idonei a celare la proprietà dei suddetti manufatti.
Scopo dei servizi nello specifico settore è quello di contrastare le forme più gravi di truffa, frode e sperpero di denaro pubblico, garantendo la corretta e completa destinazione delle risorse stanziate rispetto agli obbiettivi prefissati dall’organo competente.