CUNEO - 'Servono interventi straordinari ad hoc per il settore vitivinicolo del nostro territorio'

L'allarme lanciato da Coldiretti Piemonte: 'La Regione intervenga presso il Mipaaf, perdite fino all’80 per cento con il lockdown'

08/07/2020 15:41

Riceviamo e pubblichiamo da Coldiretti Piemonte.
 
Cogliere i reali bisogni delle imprese vitivinicole piemontesi e ottimizzare le fonti di finanziamento. E’ quanto stila Coldiretti Piemonte tra le attività primarie da attuare per il difficile momento che continua a vivere la vitivinicoltura Made in Piemonte che, a causa dell’emergenza Coronavirus, ha registrato perdite fino all’80%.
 
“E’ urgente che la Regione si faccia portavoce a livello nazionale con il Mipaaf affinché vengano tenute presenti le peculiarità del nostro territorio e i produttori piemontesi possano beneficiare della vendemmia verde selettiva – spiega Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti con delega regionale al settore vitivinicolo – visto che già restiamo fuori dalla vendemmia verde e dalla distillazione di crisi. Nella nostra regione si producono solo vini di alta qualità che rientrano tra le Docg o le Doc: non è corretto, quindi, generalizzare gli interventi a discapito delle imprese vitivinicole che, nonostante le difficoltà del periodo, non hanno smesso di lavorare e di produrre le eccellenze che ci consentono di essere conosciuti anche oltre i confini nazionali”.
 
“Come abbiamo già ribadito, serve un’attenzione particolare per il comparto vitivinicolo piemontese, come è stato fatto per altri settori – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale-. Oggi più che mai, riteniamo che le risorse assegnate al Piemonte, in capo al Programma Nazionale di Sostegno, possano essere un ottimo portafoglio solo se verranno rimodulate, tenendo conto di questa evenienza particolare. E’ necessario, però, anche sostenere, con massicci investimenti pubblici e privati, la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino che – proseguono Moncalvo e Rivarossa – rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non. Ricordiamo che, per il Piemonte, in gioco c’è la sopravvivenza di 14 mila imprese con oltre 43 mila ettari di superficie vitata e una produzione di 2,5 milioni di ettolitri”.

c.s.

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